“Gli attacchi contro di me sulla vicenda delle dimissioni di Razza e sull’interim che ho assunto alla Sanità? Per usare una metafora, in questo momento noi siamo un esercito in marcia e un esercito in marcia non si ferma per fucilare i disertori, li abbandona per strada al loro destino”. Con la classica iperbole militare, Musumeci commenta all’Ansa le polemiche dei giorni scorsi e la richiesta da parte dell’opposizione di inviare un commissario in Sicilia per occuparsi dell’emergenza Covid. “Per fortuna è caduto il capo di imputazione di alterazione dei dati per coloro che erano stati raggiunti da misure restrittive – aggiunge il governatore, in riferimento all’inchiesta aperta dalla procura di Trapani, trasferita per competenza a Palermo -. Secondo i magistrati non costituisce un reato penale, almeno per i riflessi che può aver determinato nella indicazione del colore della regione. Lo sostenevamo fin dall’inizio”.
Poi prosegue nella difesa di Razza, che rimane comunque indagato: “Con le sue dimissioni ha dato una grande lezione di civiltà e di rispetto. Si è dimesso per aver ricevuto solo un avviso di garanzia. Se ha alterato i dati lasciamolo dire alla magistratura. Ci sono dei momenti in cui la politica deve sapere tacere. Io ho grande fiducia nella magistratura, in questa Italia dove i processi e le sentenze si fanno anche con un avviso di garanzia. Però, i fatti ci daranno ragione e ogni giorno ci stanno dando ragione. L’assessore Razza si è dimesso in una terra dove si rimane incollati alla sedia anche con un sentenza di terzo grado”, ha sottolineato Musumeci.