E’ morto questa notte all’istituto dei Tumori di Milano lo storico dell’arte Philippe Daverio. Lo ha reso noto la regista e direttrice del ‘Franco Parenti’ Andree Ruth Shammah. Docente e saggista, ex assessore alla Cultura del Comune di Milano, aveva 71 anni. “Mi ha scritto suo fratello stamattina per dirmi che Philippe è mancato stanotte” ha detto Shammah all’ANSA.
Daverio, qualche mese fa, aveva indignato i siciliani. Il suo voto, infatti, era stato decisivo per l’assegnazione alla cittadina di Bobbio, nel Piacentino, dell’edizione 2019 del concorso Borgo dei Borghi, andato in onda su Rai 3. Nessuna stranezza, se non fosse che lo stesso Daverio, un anno prima, era diventato cittadino onorario di Bobbio e che il pubblico da casa, con regolare televoto, aveva espresso la propria preferenza per Palazzo Acreide, un paesino in provincia di Siracusa.
Incalzato dalle Iene, Daverio si era giustificato così: “Non amo la Sicilia, non mi interessano l’arancina e i cannoli, mi piace il foie gras e bevo champagne”. “Il siciliano è convinto di essere al centro del mondo – aveva ribadito il critico -, è una patologia locale che nei secoli non ci si è mai riusciti a curare. Si chiama onfalite, è l’infiammazione dell’ombelico. Per loro tutto ciò che non è Sicilia è molto lontano, è quasi intollerabile” ha detto Daverio, che poi ha rincarato la dose: “Il cannolo? Non mi piace perché ha la canna mozza… Mi hanno spaventato, il tono è di minaccia e fa parte della tradizione siciliana… Io ho paura di tornare in Sicilia”.
Samonà: “Il suo rapporto agrodolce con la Sicilia”
“Un rapporto agrodolce, dai toni talvolta accesi, mai tiepidi. Quello di Philippe Daverio con la Sicilia è stato un amore appassionato, viscerale che a volte ha assunto i toni aspri di chi si sente impotente dinnanzi alla difficoltà di riuscire a cambiare le cose. Philippe conosceva bene la Sicilia, anche nella sua anima sacra, e proprio questo profondo amore non gli rendeva accettabile la rassegnazione di molti Siciliani, il non riuscire a modificare l’esistente. Alcune sue affermazioni, da Siciliano, non le ho condivise, ma di certo mancherà la sua passione, il suo curioso ed estroso modo di parlare d’arte, di descrivere il genio umano. Al critico d’arte, all’uomo e alla sua famiglia un pensiero grato”. Lo scrive l’assessore regionale ai Beni culturali, Alberto Samonà.