Anziché andare a lagnarsi con Salvini, si occupi dei grandi temi. E’ questa la versione – parafrasata – del lungo intervento di Raffaele Lombardo, fondatore del Mpa, che ha messo nuovamente nel mirino Renato Schifani. A un incontro di partito ad Agrigento, l’ex governatore ha retto il microfono per circa un’ora, parlando di tutto: aeroporti, ospedali, province. Ma soprattutto ha rivelato il tentato blitz ai danni del suo assessore: “La sanità siciliana è in ginocchio – ha detto Lombardo -. Di questo ci si dovrebbe occupare, non di espropriare un assessore capace, bravo, volenteroso e trasparente come Roberto Di Mauro dalle competenza sui rifiuti e sui termovalorizzatori”. E poi ha rilanciato, nei confronti di Schifani: “Si assuma semmai, se si ha coraggio, la delega alla Sanità e al Turismo. Si è letto che sul turismo c’erano tanti pasticci e si pensa ai termovalorizzatori?”.
Sulla sanità, altra stoccata: “Forse sarebbe bene che la commissione si riunisse e ricominciasse da capo, perché i pasticci che sono stati combinati in questa materia non fanno ben sperare”. Infine l’affondo sulla Sac, la società che controlla Fontanarossa nonostante lo scempio estivo: “Mi auguro che il presidente della Regione invece che dire “guai a chi tocca l’aeroporto di Catania” si sieda ad un tavolo e si valuti se è il caso di rinnovare la concessione a una società che però deve presentare un piano di ristrutturazione. Se non è capace o non può, che si pensi a darlo a qualche altra società che non sia di proprietà solo delle Camere di commercio, ma che abbia al suo interno gli enti locali e la stessa Regione”.
Lombardo è tornato a soffermarsi anche sul ruolo della DC, spiegando che nel partito (ri)creato da Totò Cuffaro “non ci sono certamente leader dello spessore e del valore di Moro, Fanfani, Andreotti, Mattarella, Nicolosi e Mannino”. Non si è fatta attendere la replica: “Al tempo di quella DC c’era ‘la politica’ e c’erano i partiti veri, mentre, oggi, ci sono partiti che non sono partiti ma si professano movimenti autonomisti, altri guidati da giullari un po’ Masanielli cialtroni, un po’ pseudo giustizialisti e, sicuramente, con nulla di politico. La Democrazia Cristiana che stiamo costruendo – continua Cuffaro – vuole essere nuova nelle persone, nella cultura e nel modo di pensare e di rapportarci con le persone e gli elettori. Se ne faccia una ragione Lombardo, non sarà certo lui a sentenziare se siamo legittimati a proseguirne la storia e a custodirne i valori, lo stanno già facendo gli elettori e sono tanti, ed è proprio questo quello che lo disturba”.