Il Giornale di Sicilia ha solo certezze e scrive, senza ombra di dubbi, che per gli assessorati e per la presidenza dell’Ars l’accordo c’è già: pace fatta tra Renato Schifani e Gianfranco Micciché, scurdamoce ‘o passato, amici come prima. Al vertice di Palazzo dei Normanni andrà Gaetano Galvagno, un patriota della scuderia dorata di Ignazio La Russa, mentre l’assessorato alla Sanità, così ricco e così ambito, finirà nelle mani grandi di Miccichè. Il quale, manco a dirlo, subito dopo lascerà il seggio che gli elettori gli hanno assegnato all’Assemblea regionale e opterà per il Senato dove c’è ancora una poltrona a sua disposizione. Al suo posto, all’Ars, subentrerebbe così Pietro Alongi, primo dei non eletti e uomo molto fedele a Schifani.
Chiuso il cerchio? Manco per sogno. Il controcanto arriva da La Sicilia di Catania. Mario Barresi, cronista di punta, scrive che Miccichè non demorde: “A Roma non andrò mai: con Schifani l’accordo è lontano”. E l’articolo diventa la cronaca di una belligeranza senza fine, di una contraddanza, perenne e anche stucchevole, tra i due uomini di Forza Italia, tra i due ragazzi del ’94 un po’cresciutelli che da quasi trent’anni fanno a gara per stabilire chi ce l’ha più duro e possente. Non solo. Barresi va oltre e si gioca la carta segreta, l’asso nella manica. La “madame X” alla quale, secondo i disegni di Miccichè, andrebbe assegnato l’assessorato della Sanità non è né Barbara Cittadini, potentissima presidente dell’Aiop, l’associazione nazionale delle cliniche private, né Daniela Faraoni, ferrigna direttrice dell’Asp palermitana; ma – rullo di tamburi – Giovanna Volo, classe 1955, fino al 2020 direttore sanitario del Policlinico Giaccone.
L’indiscrezione di Barresi brucia in un istante il giochino – l’azzardo, stavo per dire – tentato dal Velinaro Volante d’intesa con la volpe argentata che fa da portavoce occulto di Schifani: lanciare il nome di Anna Maria Palma, magistrato molto vicino all’ex presidente del Senato, e spiazzare così tutti gli altri concorrenti, primo fra tutti Miccichè. Chi avrebbe mai il coraggio in Sicilia di dire no alla candidatura del vice procuratore generale di Palermo?
Non c’è pace sulla Sanità. E nemmeno tra i giornali che se ne occupano.