“La coalizione del campo progressista sarà riunita domani, giovedì 11 agosto alle ore 16 a Palermo, per discutere del programma di governo in vista delle elezioni regionali del prossimo 25 settembre. All’incontro, parteciperanno i rappresentanti delle liste che compongono il campo progressista”. Ad annunciarlo è Caterina Chinnici, candidata alla presidenza della Regione Siciliana e vincitrice delle primarie del 23 luglio scorso.
Dall’assemblea del Movimento 5 Stelle era emersa la volontà di alcuni dirigenti (un po’ meno della base) di ascoltare la proposta dell’europarlamentare del Pd e concederle una chance. Di capire se i programmi della Chinnici coincidono con quelli dei grillini, se le due agende – a differenza di quanto accaduto a Roma – possano stare insieme. “Porteremo sul tavolo nove temi siciliani, come nove erano i punti sottoposti da Conte a Draghi, e se diranno no solo ad uno di questi allora saremo pronti a rompere l’alleanza e ad andare da soli”, aveva detto il referente regionale dei grillini, Nuccio Di Paola. Nell’agenda del M5s anche il ‘no’ ai termovalorizzatori.
Col solito aplomb, la Chinnici aveva aperto al confronto: “Mi fa piacere che adesso i tempi siano maturi per sedersi tutti insieme intorno a un tavolo, discutere e definire in dettaglio i punti programmatici della proposta di governo che la coalizione intende sottoporre al vaglio degli elettori. E’ un passaggio essenziale che da giorni invocavo”. La figlia del giudice Rocco, dopo aver ottenuto il 46% alle Presidenziali (e aver battuto Fava e la Floridia), è rimasta ai margini del dibattito politico: “Non la sento dal 23 luglio”, aveva eccepito Di Paola. Inoltre non s’è mai esposta sulle pecche e sugli scandali del governo Musumeci, e, per forma mentis, ha sempre evitato di dare pagelle.
Anche da parte di Claudio Fava, che le aveva rinfacciato un certo immobilismo, era giunto un ultimatum: “A sedici giorni dalla fine delle primarie – ha detto il presidente della commissione Antimafia -, Caterina Chinnici non sta ancora esercitando il suo ruolo di garante della coalizione. Abbiamo bisogno, subito, di aprire la campagna elettorale che si preannuncia già difficile e di rivitalizzare il nostro popolo. Abbiamo bisogno di sapere e capire come la candidata scelta dalle primarie intenda proseguire. Sia chiaro che davanti al perdurare di silenzi e attendismi, il sostegno della lista Centopassi è tutt’altro che scontato”.
La Chinnici sa bene che, se il M5s abbandonasse la coalizione, la sua candidatura sarebbe tutta da ridiscutere. Dopo aver accettato ob torto collo la nomination di Enrico Letta, è difficile che possa sacrificarsi sull’altare di una partita già persa. Da qui le voci di ritiro, che il suo silenzio hanno alimentato. Il segretario del suo partito, Anthony Barbagallo, ha sempre dimostrato di starle a fianco: “Caterina Chinnici è la candidata alla presidenza della Regione siciliana della coalizione progressista. E lo è legittimamente dopo aver vinto le primarie di coalizione dello scorso 23 luglio. Lo è convintamente e sta lavorando, in silenzio e con grande intensità, in questo senso. Tutti – inclusi gli alleati della coalizione – conoscono lo stile e il garbo di Caterina Chinnici che non ama entrare a piedi uniti nelle polemiche. Ricordo che ci siamo impegnati a sostenere, con lealtà, il candidato vincente. Per noi è cosi e lo sarebbe stato anche nel caso in cui avessero vinto Claudio Fava o Barbara Floridia. E a tutti, in primis a me stesso ma anche agli alleati, ricordo che l’avversario da battere è il centrodestra e per raggiungere questo obiettivo è necessaria l’unità, non certo discussioni e ultimatum a mezzo stampa”.