Nel desolato panorama su cui si affacciano, con lo stop del lockdown dapprima e le limitazioni poi, imposti dall’emergenza Covid, i teatri privati siciliani cercano di ripartire. Con un ottimismo pari alla volontà di rimettersi in gioco (e dunque in scena) anche in un momento tra i più complicati. Il regista Giuseppe Dipasquale e l’attrice Valeria Contadino riaccendono i riflettori del Must-Teatro Musco di Catania (nella storica sala di via Umberto) con un cartellone che strizza l’occhio alla tradizione ma guarda anche al contemporaneo, ai temi dell’attuale quotidianità.
“The show must go on” perché «deve assolutamente andare avanti – sottolinea Dipasquale – forse più di prima, nonostante le difficoltà, perché la cultura è comunque un nutrimento come tutti gli altri, non è un capriccio né un accessorio, è un bene primario della comunità».
Cartellone diviso in due tranche. La prima si inaugura con un doppio omaggio a un autore siciliano che – pur molto rappresentato – non ha forse avuto il lustro che avrebbe meritato, Nino Mignemi, con un suo classico, Lazzaretti e lazzariati, omaggio doppio perché a recitarlo ci saranno i suoi figli d’arte, Mimmo e Margherita Mignemi. Ninni Bruschetta proporrà Il mio nome è Caino con il quale da due stagioni gira per l’Italia, un testo di Claudio Fava affidato alla voce dell’attore messinese accompagnato al pianoforte da Cettina Donato (regia di Laura Giacobbe). Fedele alla sua voglia di rivisitazione dei classici, Dipasquale vara una nuova riscrittura-regia con Giulietta e Rommeo che battezza sul palcoscenico l’asse interpretativo Catania-Napoli avendo per protagonisti Mignemi e Nunzia Schiano. E un altro classico rivisitato, facendo fede alla sua passione per personaggi femminili problematici, tormentati, alle prese con un universo a trazione di potere maschile, lo propone Valeria Contadino con la sua Clitennestra, il processo sul testo di Alma Daddario (regia di Sebastiano Tringali, coreografie di Aurelio Gatti). Una vocazione che l’attrice catanese nutrirà anche con Mia figlia vuole portare il velo di Sabrina Negri, storia emblematica sui pregiudizi religiosi, compagna di scena Loredana Solfizi. Atteso ritorno quello di Guia Jelo con un omaggio martogliano che porta nel titolo il nome di uno dei personaggi più celebri del belpassese. Stònchiti. Per chiudere ancora Mimmo Mignemi in un altro classico della tradizione, L’eredità dello zio canonico di Russo Giusti.
L’altra costola della stagione lancia la collaborazione del Must-Musco con una struttura privata anch’essa, l’associazione Casa di Creta/Teatro Argentum Potabile (Steve Cable e Antonella Caldarella i fondatori/animatori da oltre vent’anni nel capoluogo etneo) impegnata nella pratica formativa, pedagogica della scena. Il titolo del cartellone ne sottolinea l’attitudine: «Presente prossimo». Tre gli spettacoli degli stessi Cable e Caldarella e le ospitalità di Due passi sono, titolo cult da alcune stagioni del teatro isolano, vincitore di diversi premi nazionali, della coppia Carullo-Minasi e Fidelity card della compagnia “Cosa sono le nuvole”. C’è anche spazio per i più piccoli, al Must-Musco, con «Il teatro dei giganti», una rassegna tutta dedicata al pubblico bambino di oggi che ci si augura il pubblico adulto di domani, in tempi migliori di questo.