L’addio di Alitalia, rimpiazzata da Ita Airways, rischia di far perdere alla Sicilia l’ultimo… treno per il continente. I primi tagli operati dalla nuova compagnia di bandiera – che a breve si presenterà con la nuova livrea azzurra e il tricolore sulla coda – sono i primi voli del mattino per Roma e per Milano. Al Falcone e Borsellino di Palermo è stato cancellato il volo delle 6 per Linate e quello delle 7 per Fiumicino (i primi decolli per i due scali più importanti sono dopo le 11). A Catania, invece, sono spariti i voli per Linate delle 6,10 e per Fiumicino delle 6,50. Le prime partenze avverranno dopo l’atterraggio alle 10,30 dei due primi aerei da Roma e Milano. La riduzione – complessivamente – di otto tratte, farà in modo che dai due aeroporti siciliani partiranno cinque collegamenti verso la Capitale, mentre su Linate sono previsti sette voli di andata e ritorno a Catania e sei a Palermo.
Da Comiso, invece, zero. Perché la più grossa delle novità con l’addio di Alitalia è la cancellazione della continuità territoriale dallo scalo ibleo, che su questa soluzione aveva investito. Il bando, che Alitalia si era aggiudicata per circa 25 milioni, prevedeva un collegamento al giorno per Milano e un paio per Roma. L’avvio, dal 18 dicembre 2020, era stato condizionato dal Covid, con un numero di tratte dimezzato. Ma proprio nel momento in cui doveva entrare nel vivo, la continuità territoriale è andata in soffitto. Al bando d’emergenza predisposto da Enac (per sette mesi) nessuna compagnia ha voluto partecipare. E quindi da Comiso non si potrà più volare per il Capitale (al momento), mentre per Milano restano le due opzioni offerta da Ryanair: portano alla Malpensa o a Bergamo.
Ma c’è un’altra enorme fregatura in questo periodo storico, che dopo 74 anni ha visto l’uscita di scena di Alitalia. Ossia l’interruzione di un altro progetto pensato solo per la Sicilia: SiciliaVola. Voluto fortissimamente dal sottosegretario del Mims, Giancarlo Cancelleri, prevedeva tariffe scontate del 30% per quattro categorie di viaggiatori: studenti e lavoratori fuori sede, malati che vanno a curarsi fuori dalla Sicilia, disabili gravi e gravissimi. Requisito minimo: avere un reddito sotto i 25 mila euro l’anno. Alitalia era stata l’unica compagnia che aveva sposato da subito il servizio, mentre le low cost – che si pensava dovessero intervenire a partire da settembre – sono rimaste sullo sfondo. Come confida lo stesso Cancelleri, sembrano un po’ refrattarie. C’è un impegno di Ita a riprovarci, ma per il momento le tariffe sociali rimangono in standby. E i voli per Natale cominciano a lievitare. Ci ridurremo a pagare 400 euro per tornare a casa, come avvenuto fino allo scorso inverno? O dovremo ripiegare sui vecchi autobus sgarrupati messi a disposizione dalla Regione?