Basta allontanarsi un filino da Renato Schifani e il sottogoverno diventa ciò che deve essere: la scelta assennata di uomini onesti e cristallini, di professionisti autorevoli e soprattutto competenti. La conferma arriva dalla nomina di Gaspare Borsellino, un giornalista di prima fila, nel Consiglio di indirizzo della Fondazione Teatro Massimo di Palermo. Nomina sottoscritta dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, su una proposta concordata tra il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla e il presidente della Regione, Schifani. Se un incarico così prestigioso è stato assegnato a Borsellino, fondatore dell’agenzia di stampa Italpress, e non a un pagnottista o a un riccastro incontrato all’ultima festa, si deve al fatto che stavolta il reuccio di Palazzo d’Orleans non ha deciso da solo. Ha dovuto confrontarsi con gente di ben altra pasta e di ben altro stile.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
Due stili diversi di sottogoverno
gaspare borsellinorenato schifaniroberto lagallateatro massimo
-
Articoli Correlati
-
C’è aria di festa
nel retrobottegaProvate e tendere l’orecchio verso Palazzo d’Orleans. Capirete, dalla musica e dal fracasso, che nel…
-
Il dritto e il rovescio
di uno spot di SchifaniDopo la giravolta sull’autonomia differenziata e la capriola sulla riconferma di Marco Betta al vertice…
-
Trottolino Schifani
alla fiera di BettaTrottolino Schifani, che già ha fatto la sua bella giravolta sull’autonomia differenziata, ha voluto esibirsi…