Il Governo di Mario Draghi arriva al capolinea. Dopo una seduta lunga un’intera giornata al Senato, viene messa in votazione la risoluzione presentata da Pier Ferdinando Casini che recita: “Il Senato, udite le comunicazioni del presidente del Consiglio dei ministri, le approva”. A votarle in Aula però non si presenta il centrodestra – come annunciano in Aula il senatore Candiani per la Lega e Bernini per Forza Italia – mentre sono presenti non votanti i 5 stelle che erano stati i primi ad attivare la crisi di Governo, ma restano nell’ombra per tutto il giorno. Alla fine votano in appena 192 senatori, con 95 sì e 38 no.
È il centrodestra a prendere l’iniziativa politica. Ascoltano il discorso con cui Mario Draghi chiede una fiducia “non di facciata, ma sincera”, propone di “ricostituire da capo un patto” di fiducia della maggioranza di unità nazionale, illustra alcuni punti di programma da cui ripartire. Poi però è l’intervento del leghista Massimiliano Romeo a cambiare le carte in tavola: il centrodestra pone il veto sui 5 stelle, sostiene un Draghi bis senza M5S, non ci sta a votare una prosecuzione dell’attuale esperienza di Governo. Si decide una sospensione di 90 minuti per capire il da farsi, prova a ricucire persino Sergio Mattarella, che parla al telefono con tutti i leader della maggioranza. Continua su Huffington Post