Il Senato accorda la fiducia al governo Draghi con 262 voti a favore, 40 contrari e due astenuti. A votare contro sono stati 15 senatori del M5s, mentre 8 erano assenti e non hanno partecipato al voto. In aggiunta, fra i contrari, ci sono i 19 parlamentari di Fratelli d’Italia. “Il nostro sì non sarà mai incondizionato – ha detto il capogruppo M5S Ettore Licheri nel corso della replica al Senato – sarà un sì vigile, direi guardingo. Non dia mai per scontato il nostro sì perché noi, mi permetta questa licenza verbale, le romperemo le scatole. Sul tavolo abbiamo il blocco dei licenziamenti e degli sfratti e noi le romperemo le scatole. Come gruppo M5S abbiamo passato giornate terribili. Presidente dia corpo e gambe all’intuizione di Grillo di dotare questo Paese di dotare di una transizione ecologica. Lo faccia e avrà il nostro appoggio, e che Dio lo assista”.
Le dichiarazioni programmatiche di Draghi
“Il primo pensiero che vorrei condividere riguarda la nostra responsabilità nazionale, il principale dovere a cui siamo chiamati tutti, io per primo: combattere con ogni mezzo la pandemia e salvaguardare le vite dei cittadini. Una trincea dove combattiamo tutti insieme, il virus è nemico di tutti. E’ nel commosso ricordo di chi non c’è più che cresce il nostro impegno”. E’ questo uno dei primi passaggi del discorso di Mario Draghi, durato 51 minuti, al Senato, dove il premier ha chiesto la fiducia. “Il governo farà le riforme ma affronterà anche l’emergenza. Non esiste un prima e un dopo. Siamo consci dell’insegnamento di Cavour: ‘le riforme compiute a tempo, invece di indebolire l’autorità, la rafforzano’. Ma nel frattempo dobbiamo occuparci di chi soffre adesso, di chi oggi perde il lavoro o è costretto a chiudere la propria attività”.
L’esigenza di ricostruire. “Noi oggi, politici e tecnici, siamo cittadini italiani, onorati di servire il nostro Paese e consapevoli del compito che ci è stato affidato. Questo è lo spirito repubblicano del mio governo – ha spiegato il prof. Draghi -. Oggi noi abbiamo, come accadde ai governi dell’immediato dopo guerra, la responsabilità di avviare una nuova ricostruzione. Sono certo che nessuno farà mancare, nella distinzione di ruoli e identità, il proprio apporto”. “Ogni spreco è un torto che facciamo alle prossime generazioni, una sottrazione ai loro diritti”, ha detto il presidente del Consiglio riferendosi ai giovani, a cui ha dedicato un corposo passaggio delle dichiarazioni programmatiche.
I sacrifici degli italiani. “Prima di illustrarvi il mio programma, vorrei rivolgere un altro pensiero, partecipato e solidale, a tutti coloro che soffrono per la crisi economica che la pandemia ha scatenato, a coloro che lavorano nelle attività più colpite o fermate per motivi sanitari. Conosciamo le loro ragioni – ha detto Draghi – siamo consci del loro enorme sacrificio e li ringraziamo. Ci impegniamo a fare di tutto perché possano tornare, nel più breve tempo possibile, nel riconoscimento dei loro diritti, alla normalità delle loro occupazioni”, aggiunge.
Lo spirito repubblicano. “Ci impegniamo a informare i cittadini con sufficiente anticipo, per quanto compatibile con la rapida evoluzione della pandemia, di ogni cambiamento nelle regole”, osserva. “Un esecutivo come quello che ho l’onore di presiedere, specialmente in una situazione drammatica come quella che stiamo vivendo, è semplicemente il governo del Paese. Non ha bisogno di alcun aggettivo che lo definisca. Riassume la volontà, la consapevolezza, il senso di responsabilità delle forze politiche che lo sostengono alle quali è stata chiesta una rinuncia per il bene di tutti”, prosegue. “Questo è lo spirito repubblicano di un governo che nasce in una situazione di emergenza raccogliendo l’alta indicazione del capo dello Stato”, sottolinea il premier.
Il fallimento della politica. “La crescita di un’economia di un Paese non scaturisce solo da fattori economici. Dipende dalle istituzioni, dalla fiducia dei cittadini verso di esse, dalla condivisione di valori e di speranze. Gli stessi fattori determinano il progresso di un Paese”. E ancora: “Si è detto e scritto che questo governo è stato reso necessario dal fallimento della politica. Mi sia consentito di non essere d’accordo. Nessuno fa un passo indietro rispetto alla propria identità ma semmai, in un nuovo e del tutto inconsueto perimetro di collaborazione, ne fa uno avanti nel rispondere alle necessità del Paese, nell’avvicinarsi ai problemi quotidiani delle famiglie e delle imprese che ben sanno quando è il momento di lavorare insieme, senza pregiudizi e rivalità”, osserva Draghi che ha ringraziato il suo predecessore Giuseppe Conte per il lavoro fatto (stimolando alcuni ‘buu’ dai banchi della destra).
Sms a Salvini sull’Europa. “Sostenere questo governo significa condividere l’irreversibilità della scelta dell’euro”. Draghi ha parlato inoltre di “sovranità condivisa”. “Nell’appartenenza convinta al destino dell’Europa, siamo ancora più italiani e più vicini ai nostri territori di origine e provenienza. Senza l’Italia non c’è l’Europa, ma fuori dall’Europa c’è meno Italia”, ha aggiunto il premier. “Siamo una grande potenza economica e culturale. Il giudizio degli altri verso il nostro Paese è migliore del nostro. Dobbiamo essere più orgogliosi nei confronti del nostro Paese”.
Il ritorno a scuola. “La diffusione del Covid – spiega – ha provocato ferite profonde nelle nostre comunità, non solo sul piano sanitario ed economico, ma anche su quello culturale ed educativo. Le ragazze e i ragazzi hanno avuto, soprattutto quelli nelle scuole secondarie di secondo grado, il servizio scolastico attraverso la Didattica a Distanza che, pur garantendo la continuità del servizio, non può non creare disagi ed evidenziare diseguaglianze”. “Non solo dobbiamo tornare rapidamente a un orario scolastico normale, anche distribuendolo su diverse fasce orarie, ma dobbiamo fare il possibile, con le modalità più adatte, per recuperare le ore di didattica in presenza perse lo scorso anno, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno in cui la didattica a distanza ha incontrato maggiori difficoltà. Occorre rivedere il disegno del percorso scolastico annuale. Allineare il calendario scolastico alle esigenze derivanti dall’esperienza vissuta dall’inizio della pandemia. Il ritorno a scuola deve avvenire in sicurezza”.
La campagna vaccinale. A proposito della campagna di vaccinazione, Draghi ha sottolineato l’esigenza di “mobilitare tutte le energie su cui possiamo contare, ricorrendo alla protezione civile, alle forze armate, ai tanti volontari. Non dobbiamo limitare le vaccinazioni all’interno di luoghi specifici, spesso ancora non pronti: abbiamo il dovere di renderle possibili in tutte le strutture disponibili, pubbliche e private”. “La nostra prima sfida è, ottenutene le quantità sufficienti, distribuire” il vaccino “rapidamente ed efficientemente”. Bisogna fare “tesoro dell’esperienza fatta con i tamponi che, dopo un ritardo iniziale, sono stati permessi anche al di fuori della ristretta cerchia di ospedali autorizzati. E soprattutto imparare da Paesi che si sono mossi più rapidamente di noi disponendo subito di quantità di vaccini adeguate. La velocità è essenziale non solo per proteggere gli individui e le loro comunità sociali, ma ora anche per ridurre le possibilità che sorgano altre varianti del virus”. Draghi ha citato pure la riforma sanitaria, con un’attenzione particolare alla medicina territoriale.
Lo sviluppo del Mezzogiorno. “Aumento dell’occupazione, in primis femminile, è obiettivo imprescindibile – ha evidenziato Draghi -: benessere, autodeterminazione, legalità, sicurezza sono strettamente legati all’aumento dell’occupazione femminile nel Mezzogiorno. Sviluppare la capacità di attrarre investimenti privati nazionali e internazionali è essenziale per generare reddito, creare lavoro, investire il declino demografico e lo spopolamento delle aree interne. Ma per raggiungere questo obiettivo occorre creare un ambiente dove legalità e sicurezza siano sempre garantite. Vi sono poi strumenti specifici quali il credito d’imposta e altri interventi da concordare in sede europea. Per riuscire a spendere e spendere bene, utilizzando gli investimenti dedicati dal Next Generation EU occorre irrobustire le amministrazioni meridionali, anche guardando con attenzione all’esperienza di un passato che spesso ha deluso la speranza”.
Il Recovery Plan. Draghi ha dedicato alcuni minuti al Next Generation Eu, confermando come testo di riferimento quello elaborato dal governo Conte: “Il precedente Governo ha già svolto una grande mole di lavoro sul Programma di ripresa e resilienza. Dobbiamo approfondire e completare quel lavoro che, includendo le necessarie interlocuzioni con la Commissione Europea, avrebbe una scadenza molto ravvicinata, la fine di aprile. Dovremo imparare a prevenire piuttosto che a riparare, non solo dispiegando tutte le tecnologie a nostra disposizione ma anche investendo sulla consapevolezza delle nuove generazioni che ‘ogni azione ha una conseguenza’. In tema di infrastrutture occorre investire sulla preparazione tecnica, legale ed economica dei funzionari pubblici per permettere alle amministrazioni di poter pianificare, progettare ed accelerare gli investimenti con certezza dei tempi, dei costi e in piena compatibilità con gli indirizzi di sostenibilità e crescita indicati nel Programma nazionale di Ripresa e Resilienza”.
La conclusione. “Il sostegno a questo governo – ha concluso il premier – non poggia su alchimie politiche, ma sullo spirito di sacrificio con cui donne e uomini hanno affrontato l’ultimo anno, sul loro vibrante desiderio di rinascere, di tornare più forti e sull’entusiasmo dei giovani che vogliono un paese capace di realizzare i loro sogni. Oggi l’unità non è un’opzione, ma è un dovere. Ma è un dovere guidato da ciò che ci unisce tutti: l’amore per l’Italia”.