Draghi fa a pezzi un altro avamposto grillino: Mimmo Parisi non sarà più il presidente dell’Anpal, ossia l’agenza delle politiche attive del lavoro. Il paisà richiamato in Italia dall’Università del Mississippi (per volontà dell’ex Ministro del Lavoro, Luigi Di Maio), in due anni non ha cavato un ragno dal buco: non è stato capace di fornire un applicazione ai navigator per incrociare domanda e offerta di lavoro; non ha dato respiro al reddito di cittadinanza (secondo Davide Faraone, capogruppo al Senato di Italia Viva, “doveva trovare lavoro ai disoccupati ma su 1 milione e 650 mila beneficiari del reddito di cittadinanza ci sono stati solo 423 assegni di ricollocazione”); ha speso un sacco di soldi per viaggi in business class alla volta degli Stati Uniti; ha intrattenuto rapporti, oltre che con l’Anpal, con la medesima università (e non soltanto nelle vesti di consulente, come ha provato a giustificarsi lui tempo addietro). Nell’ultimo periodo, inoltre, non si è più palesato in Italia, ben conscio di quanto sarebbe stato sconveniente incontrare Andrea Orlando, il ministro del Pd che lavora al “golpe” fin dal giorno del suo insediamento, istituendo un comitato tecnico scientifico che si occupasse della valutazione della misura tanto voluta dai Cinque Stelle.
Parisi, che nessuno dei precedenti governi ha osato mettere in discussione – se non la Corte dei Conti, per i suoi viaggia esosi a carico dei contribuenti – ha qualche giorno per preparare le valigie (eufemismo, data la sua assenza prolungata dalla Capitale): nel prossimo decreto Sostegni bis verrà inserita una norma che prevede la sua decadenza e il commissariamento di Anpal, che tornerà sotto la diretta gestione del Ministero. “Sono all’oscuro di tutto, nessuno mi ha avvertito – è stata la prima reazione di Parisi, secondo quanto riportato da ‘Il Giornale’ – Se però fosse vero, si tratta di una decisione politica grave, fra una settimana usciranno numeri favolosi sul reddito”. Ma la decisione del suo allontanamento fa felice anche Matteo Renzi, la cui operazione – qualche mese fa, ai danni di Conte – dà i suoi frutti: “Il fatto che si commissari Anpal, rimandando in Mississippi il padre del reddito di cittadinanza e dei navigator è un’ottima notizia”. Almeno i navigator, per il momento, sono salvi: il loro contratto, prima in scadenza il 30 aprile, è stato prorogato per tutto il 2021.