Prima non si poteva a causa delle ‘feroci’ restrizioni; adesso, in Sicilia, il problema è arrivarci. Nel corso della conferenza stampa di ieri, in cui il presidente Musumeci e gli assessori Armao e Messina hanno presentato il programma See Sicily per incentivare il turismo (75 milioni per garantire pernottamenti gratis ed esperienze fra le più svariate), è riemerso il problema del caro voli. E che problema. Due biglietti Alitalia per un Roma-Palermo, dal 29 al 31 maggio, costano un ‘discreto’ gruzzolo: 993 euro. Fra l’altro, proprio nel momento in cui la Regione annunciava, dal prossimo ottobre fino a marzo 2022, un risparmio da 100 a 150 euro per coloro che acquisteranno un volo per raggiungere l’Isola, frutto di un accordo da 15 milioni con alcune compagnie aeree per calmierare i prezzi. A tornare d’attualità, così, sono state immediatamente le tariffe sociali, diventate legge lo scorso marzo (ma solo per alcune categorie di residenti, fra cui disabili e studenti). “Vi assicuro che non appena sarà formalmente aperto il tavolo tecnico col ministero dei Trasporti – ha insistito il governatore – uno dei tre temi sarà quello delle tariffe sociali: sarebbe utile applicarle anche ai turisti”.
Ma almeno gli aeroporti funzionano. Forse è per quello che si pagano a peso d’oro. L’altra faccia della medaglia, infatti, è quella consumata e rovinosa di strade e trazzere impercorribili. E di collegamenti scadenti, persino sull’asse autostradale. Secondo una recente inchiesta di Repubblica, lungo la Palermo-Catania – ossia l’arteria più importante dell’Isola – sorgono 27 cantieri. Come quello sul viadotto Simeto, dal valore di 3,8 milioni di euro. Dopo il completamento della carreggiata in direzione Palermo, i lavori si sono trasferiti dalla parte opposta, verso Catania. Ed è impossibile arrestarli: quella porzione di viadotto è senza barriere laterali. Non potrà essere riaperto nemmeno nelle giornate da ‘bollino rosso’: i tempi della traversata rischiano di diventare biblici.
L’A19, gestita da Anas, è interessata da altri interventi che sono sintomatici dello stato di malessere dell’intero tessuto. Il peggio sembrava alle spalle con l’inaugurazione (il 31 luglio dell’anno scorso) del viadotto Himera, a cinque anni dal crollo. Ma quell’apertura è stata l’inizio della fine: Anas, infatti, ha messo in campo il mega pacchetto da 850 milioni di interventi promessi dall’ex ministro Delrio dopo il crollo del 2015. Se da un lato, procedere con più interventi nello stesso momento, significa accelerare la gestazione dell’opera, dall’altro equivale a creare disagi a tratti insormontabili. C’è, ad esempio, un altro pezzo di autostrada (quella tra Buonfornello e lo svincolo dell’agglomerato industriale) che dovrà rimanere chiusa per più notti, dalle 24 alle 2.30, per consentire una serie di trasporti eccezionali propedeutici al completamento del parco eolico di contrada Serra del Vento, a Gangi. Disagi di ogni tipo.
Non mancano frequenti interruzioni anche sulla Palermo-Messina, dove, alla lunga deviazione fra Sant’Agata di Militello e Santo Stefano di Camastra, si è aggiunto un nuovo cantiere fra Milazzo e Barcellona. E’ gestita dal Cas, come la A18 Messina-Catania. Dove il segretario del Pd, Anthony Barbagallo, a chiosa del primo weekend semi estivo, ha denunciato forti criticità: “La mancata programmazione da parte del Consorzio Autostrade Siciliane riflette, anche in questo caso, l’assoluta inadeguatezza del governo Musumeci, da cui il Cas dipende. Sarebbe stato logico e previdente – ha detto il deputato regionale del Pd – avviare i cantieri per le manutenzioni e i lavori di discerbamento delle autostrade nei mesi di bassa stagione e durante i periodi comunque a bassa frequentazione delle località più gettonate. E invece no: nello scorso weekend raggiungere Taormina, la perla del turismo siciliano, era praticamente impossibile – prosegue – a meno di non essere disponibili a friggere sotto il sole, in coda”. Rischia di essere il preludio a un’estate di disagi, considerando pure che la frana di Letojanni è stata rimossa (ma restano da ricostruire le gallerie) e che le inadempienze del Consorzio – fra inchieste giudiziarie e sequestri di viadotti – sono sempre dietro l’angolo. L’assessore regionale Falcone ha già chiesto la sospensione di tutti i cantieri da dopo il 30 giugno.
Per i siciliani e i turisti che verranno, comunque, resta l’incubo. Nei prossimi mesi – esattamente dal 13 giugno – saranno privati anche dei collegamenti ferroviari tra Palermo e Catania, ma anche dal capoluogo etneo a Siracusa e Caltagirone. Ferrovie dello Stato, che sta lavorando alla velocizzazione delle tratte in esame – la Catania-Messina-Palermo è al centro di un lauto finanziamento del Recovery Plan – ha deciso di organizzare dei bus sostitutivi, che però allungheranno i tempi di percorrenza. Per garantire i viaggiatori, bisognerà sdoppiare corse e mezzi. O comunque ridurre il numero delle fermate, che all’interno delle singole aree urbane, e per di più con i pullman, risultano più difficoltose. Sarà un’impresa alla portata? “Chiediamo all’assessore regionale ai Trasporti Marco Falcone – si legge in una nota inviata ieri dal presidente del comitato pendolari Ciufer, Giosuè Malaponti – di voler intercedere affinché venga rivista la programmazione per garantire un servizio efficiente ed efficace non solo ai turisti ma principalmente all’utenza pendolare”.
I problemi, però, arrivano anche dai trasporti marittimi, come evidenziato in una nota dalla deputata Cinque Stelle, Roberta Schillaci. “I collegamenti con le Isole minori in Sicilia sono un disastro – ha ammonito -. La Regione invii gli ispettori per verificare il rispetto degli obblighi derivanti dalla Convenzione sui servizi di collegamento marittimo con le isole minori siciliane”. La Schillaci si riferisce a “gravi carenze e disservizi relativi al trasporto marittimo per gli utenti disabili, da e per le isole minori, in quanto risulterebbe che né aliscafi né navi traghetto abbiano a disposizione dispositivi per il trasporto di questi passeggeri. Inoltre nel collegamento Palermo-Ustica è stato segnalato l’utilizzo improprio di un traghetto, solitamente adibito al trasporto merci, che raggiunge una velocità inferiore ai parametri stabiliti in convenzione”. “Sappiamo bene – ha aggiunto la portavoce del M5s – che la flotta impiegata nei collegamenti marittimi con le isole minori sia al momento ridotta all’osso e che quasi nessun mezzo rispetta la velocità di esercizio prevista con conseguente aumento dei tempi di percorrenza. Le isole minori subiscono da tempo tagli di servizi essenziali per i cittadini e le persone con disabilità che stanno vivendo una vera a propria condizione di isolamento. Per queste ragioni, sarebbe utile sapere come la Regione intenda intervenire”.
Sul trasporto pubblico, infine, sono previsti tagli da parte del governo Musumeci. L’avviso di pre-informazione, che prelude a un bando da 64 milioni per ridisegnare la mappa delle concessioni, come riporta la deputata M5s Stefania Campo, prevede “una sforbiciata di 1000 collegamenti extraurbani, passando da una copertura di 62 milioni di chilometri l’anno a soltanto 48 milioni”. “La Sicilia – secondo Antonio Graffagnini, presidente di Anav (Associazione Nazionale Autotrasporto Viaggiatori) – passerà da un’offerta di servizi pubblici pari a 12,7 km l’anno per abitante, già inferiore di 4 punti rispetto alla media italiana, a 9,9 Km per abitante – metà del Veneto che fruisce del doppio dei bus e di treni efficienti – collocandosi, per scelta dei propri amministratori, al di sotto tutte le altre regioni d’Italia”.
La riduzione dei servizi di trasporto potrebbe determinare, inoltre, l’isolamento parziale di molti comuni pesantemente colpiti dalle consistenti soppressioni di servizi e non collegati da altre modalità di trasporto ed ancora determinerà una notevole riduzione di collegamenti tra i capoluoghi di provincia. “Invece di rafforzare le corse già previste – riprende la Campo -, di incentivare la fruizione da parte di nuovi e giovani viaggiatori, di rivedere e razionalizzare complessivamente tutta la rete del trasporto pubblico locale regionale in funzione delle attuali reali necessità di pendolari e passeggeri e, soprattutto, invece di controllare capillarmente la qualità del servizio, affidato ai privati tramite una miriade di concessioni regionali,, la Regione va in direzione diametralmente opposta, incentivando in tal modo l’uso dei mezzi privati”. Transizione ecologica de che?
Falcone: ecco il programma dei bus sostitutivi
L’assessore regionale alle Infrastrutture e ai trasporti, Marco Falcone, ha incontrato i vertici regionali di Trenitalia e le associazioni che compongono l’Osservatorio regionale sull’andamento del servizio ferroviario in Sicilia, organismo istituito dal governo Musumeci nel 2018. Sul tavolo, la sospensione delle corse fra Catania e Siracusa dal 13 giugno fino a fine luglio e, dal 13 giugno all’11 settembre, fra Catania e Palermo. “Si è trattato – spiega l’esponente del governo Musumeci – di un proficuo incontro di approfondimento sui potenziali disagi dovuti ai cantieri che, da qui a settembre, interesseranno le linee Catania-Siracusa e Catania-Palermo. Abbiamo in programma dei lavori improcrastinabili legati al potenziamento tecnologico della ferrovia per Siracusa, mentre fra Bicocca e Catenanuova, sulla Catania-Palermo, verranno compiuti degli interventi connessi al raddoppio della tratta, opera da 400 milioni di euro. Per attutire l’impatto della sospensione dei servizi abbiamo raggiunto l’accordo per due bus sostitutivi sulla Ct-Sr, sia diretti che programmati per le fermate a Lentini, Augusta e Priolo. Per quanto riguarda la Catania-Palermo, ai bus sostitutivi previsti da Trenitalia aggiungiamo tre corse supplementari andata e ritorno grazie alla disponibilità della Sais Autolinee. Vogliamo infine ringraziare – conclude Falcone – le associazioni dei pendolari per la loro disponibilità e formulare un apprezzamento per il loro ruolo di vigilanza e stimolo virtuoso per tutto il sistema delle ferrovie in Sicilia”.