Le poche note liete della Foss – la Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana – sono legate al palcoscenico. Nonostante il Covid, questa sera l’orchestra diretta da Francesco Ommasini, si esibirà nel concerto finale del Bellini Renaissance, che celebra uno dei compositori più grandi nel giorno della sua nascita. Mentre la Sinfonica si esibisce, però, le sue basi lentamente si sgretolano. L’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Demontis, infatti, ha portato a 47 denunce, tra cui 16 dipendenti della Fondazione e 30 ex Pip, i lavoratori precari storici di “Emergenza Palermo”, che avrebbero aiutare la Foss a mantenere in ordine gli ambienti del teatro, gestendo il centralino e la portineria. E invece, dopo aver passato il badge, se ne andavano comodamente in giro per la città a fare altro. Qualcuno, addirittura, a vendere frutta con la propria moto ape. I furbetti del Politeama.
Anche qualche orchestrale e parecchi amministrativi, però, sono stati beccati con le mani nella marmellata. Non c’è niente da fare: è proprio un periodaccio. Negli ultimi due anni alla Foss ne sono successe di tutti i colori: in primis, alla vigilia del Natale 2018, il licenziamento del sovrintendente Giorgio Pace da parte dell’allora assessore regionale al Turismo, Sandro Pappalardo. Ma anche il Cda è stato a lungo irrequieto: il presidente Stefano Santoro si è dimesso pochi mesi fa dopo la “lite” con gli Amici della Musica, che avrebbe voluto mettere alla porta a causa di alcuni conti pendenti per l’affitto del Politeama (per 800 mila euro). Al suo posto è arrivata Maria Elena Volpes.
Durante la reggenza Santoro, però, è scoppiato il caos per l’indicazione di Ester Bonafede quale nuova sovrintendente: l’ex assessore di Crocetta, che aveva già ricoperto l’incarico dal 2007 al 2013, a cavallo di due governi, non è riuscita a produrre le dichiarazioni attestanti “l’insussistenza di cause di incompatibilità e di inconferibilità” dell’incarico. Dai cassetti del passato era emerso un contenzioso di circa 40 mila euro per l’acquisto di mobili e suppellettili inutili, oltre che di cinque bolli auto per un’Alfa 155 che nessuno dalle parti del Politeama ha più rivisto.
Proprio un paio di giorni fa, la Terza sezione civile del Tribunale di Palermo ha disposto il risarcimento di 14 mila euro per l’acquisto di beni “del tutto superflui effettuati ad insaputa del Cda”, ma ha riconosciuto alla Bonafede un paio di stipendi arretrati – per il valore di circa 20 mila euro – che la Foss non voleva erogare a causa di un conflitto d’interessi (Esterina fu nominata assessore al Lavoro mentre rivestiva l’incarico di sovrintendente). Poche settimane fa, la stessa Bonafede aveva richiesto un risarcimento record da 327 mila euro per la mancata nomina a sovrintendente nel giugno dello scorso anno: 210 mila pari alla retribuzione lorda di tre anni, il resto come compenso variabile legata al raggiungimento degli obiettivi.