Tra i sostenitori di Giuseppe Spata al ballottaggio di Gela non ci sarà don Luigi Ciotti, ossia il fondatore dell’associazione Libera da cui Spata, convertitosi sulla via del Carroccio, proviene. La sua adesione ai programmi di Matteo Salvini, che il candidato primo cittadino aveva spiegato con sorprendente normalità (“Che c’è di strano? Sono cattolico e difendo il crocefisso nelle scuole come lui”) è parso sin troppo superficiale a don Ciotti, che oggi replica: “Io non credo che basti dirsi cattolici, ma che sia necessario vivere secondo lo spirito del Vangelo. L’attenzione per il crocefisso non può distogliere l’attenzione dai tanti crocefissi di oggi: i poveri, i giovani, i migranti, persone a cui un “sistema ingiusto alla radice”, come lo definisce Papa Francesco, ha tolto dignità e speranza”. E poi una disamina più generale su Libera, che sta da tutt’altra parte rispetto a Salvini: “Non è un partito politico, ma un movimento sociale e culturale dove vigono pluralismo e trasversalità, nel segno, però, di alcuni valori condivisi: quelli della Costituzione e della Dichiarazione universale dei valori dell’uomo. Vale a dire uguaglianza, giustizia sociale, pari dignità e diritti. Mi pare che quanto oggi propugnato dalla Lega non abbia nulla a che vedere con quel grandioso orizzonte”.
Paolo Cesareo
in Il sabato del villaggio
Don Ciotti sconfessa il leghista di Gela
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