Luce e speranza sono il faro dell’arte di Domenico Pellegrino. L’amore per la Sicilia è quello che contraddistingue tutte le sue opere. Le luminarie che lui definisce “simboli eterni scolpiti nel legno”, nel segno della tradizione parlano ancora oggi a chi ha un cuore per ascoltare e occhi per vedere la cronaca giornaliera dei nostri mari. Da Lampedusa a Venezia, il viaggio di Domenico, artista palermitano, attraversa l’Italia arrivando alla Biennale, dove con “Cosmogonia Mediterranea”, l’opera più rappresentativa accolta dai fondali di Lampedusa e portata in giro per i musei siciliani, racconterà attraverso l’acqua lo spirito che è in ognuno di noi.
Oltre a Cosmogonia, che sarà esposta nel Padiglione Bangladesh della Biennale di Venezia, raccontata attraverso un documentario video e fotografico e inserita in uno scrigno semiaperto, sarà collocata una barca tipica del Bangladesh su uno dei canali veneziani, con una luminaria posta in alto “I’m the island”. “Queste barche non sono altro che un mezzo tradizionale della cultura del Bangladesh, che gli abitanti utilizzano ancora oggi per le faccende giornaliere. Un simbolo della tradizione, un po’ come il nostro carretto siciliano”, racconta Domenico.
Il nuovo anno, nel segno dell’accoglienza vedrà un nuovo faro della costellazione del progetto “Cosmogonia”, acceso a Leonforte nel mese di marzo, all’interno di un progetto di rivalutazione urbana della città. La Sicilia luminosa sarà posta su una delle pareti dell’antico borgo ennese.
Ancora, le luminarie che da secoli adornano le città del Sud Italia nelle feste patronali e religiose, simbolo di socialità popolare divenute il leitmotiv del progetto “Lumi” di Domenico Pellegrino per rendere omaggio alla propria terra, saranno protagoniste di un’esposizione a Palazzo Beneventano a Lentini, nel mese di maggio. Ad essere esposte saranno le luminarie dei “Mori”, che raccontano l’amore sfortunato tra una siciliana ed un giovane moro.
Una leggenda ambientata nel 1100 quando i mori abitavano la Sicilia: uno di loro passeggiando per il quartiere della Kalsa, s’imbatté su una bellissima donna che trascorreva il tempo dedicandosi alla cura delle piante del proprio giardino. L’uomo rapito dal fascino della ragazza, entra nel giardino per dichiararle il suo amore. Un irrefrenabile passione porterà la donna a decapitare l’amante, trasformando la sua testa in un vaso di basilico che crescerà sempre più rigoglioso.
Tra le altre opere, realizzate con legno, pittura in acrilico e lumi ci saranno “Cosmogonia” e “Welcome”, già esposta alla Scala dei Turchi. Ancora una volta, attraverso foto e video, Pellegrino racconterà il lungo percorso di progettazione e realizzazione delle sue apprezzate creazioni.