Nasce un nuovo strumento della politica: il rigorismo senza limitismo. Raccoglie virologi da talk-show, lobbisti e cassandre col ditino sempre alzato. Ma arruola soprattutto quei sindaci e governatori che impongono divieti su divieti non solo col nobile obiettivo di tutelare la nostra salute, ma anche con la sottintesa speranza che gli elettori dimentichino, sotto tanto frastuono, le loro colpe, i loro ritardi, le loro inconcludenze. Nello Musumeci mostra i muscoli per il nostro bene, va da sé; ma anche per cancellare la scempiaggine di avere imbalsamato, col suo bilancio di cartone, una Sicilia flagellata dalla crisi economica. Mentre Leoluca Orlando, con la banalissima scusa del Covid, sogna di trasformare Palermo in un grande Ucciardone: tutti dentro. Così nessuno gli rinfaccerà le seicento cinquanta bare accatastate senza sepoltura ai Rotoli e altre vergogne.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
Dietro il rigorismo di Orlando e Musumeci
leoluca orlandonello musumeci
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