Fino a pochi giorni fa – anniversario della strage di Capaci e del sacrificio di Giovanni Falcone – ci hanno detto e ridetto che il Palazzo di Giustizia di Palermo è la frontiera della legalità, l’argine dello Stato al dilagare della delinquenza e della criminalità organizzata. Ma Tribunali e Corti di Appello sono fermi da tre mesi, le cancellerie sono deserte, gli avvocati chiusi in un recinto creato dalle norme di contrasto al coronavirus. E’ l’emergenza, bellezza. Per carità, nessuno pensa che la sospensione della giustizia sia figlia di una insensata voglia di vacanza. Sta di fatto però che ci sono diecimila processi in attesa di giudizio e che dietro ogni processo ci sono storie, dolori, ferite da rimarginare. Come si rimedierà? Ci vorrebbe un ministro saggio e culturalmente attrezzato. Ma a Roma un ministro non c’è. C’è un manettaro travestito da ministro.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
Diecimila processi in attesa di giudizio
alfonso bonafedegiustizia
-
Articoli Correlati
-
C’è aria di festa
nel retrobottegaProvate e tendere l’orecchio verso Palazzo d’Orleans. Capirete, dalla musica e dal fracasso, che nel…
-
Il dritto e il rovescio
di uno spot di SchifaniDopo la giravolta sull’autonomia differenziata e la capriola sulla riconferma di Marco Betta al vertice…
-
Trottolino Schifani
alla fiera di BettaTrottolino Schifani, che già ha fatto la sua bella giravolta sull’autonomia differenziata, ha voluto esibirsi…