Dovevano andare a casa a fine a ottobre, ma resteranno ai loro posti di combattimento fino al gennaio del 2024. Sono i manager della sanità. Manager “a lunga scadenza”, come il tonno in scatola. Palazzo d’Orleans non riesce a trovare un accordo sui nomi che dovrebbero sostituirli. E il motivo è semplice. Alla Regione sono tornati i veti incrociati: Fratelli d’Italia contro Schifani, Lombardo contro Cuffaro. La maggioranza non c’è più. C’è una guerra tra bande, ciascuna delle quali pensa solo a ottenere un vantaggio in vista delle prossime elezioni europee. Della sanità, intesa come servizio ai cittadini, non frega niente a nessuno. Succede così che negli ospedali e nelle Asp sopravvivono diciotto satrapi che non programmano e non decidono. Ognuno di loro passa il tempo a traccheggiare con la politica. In vista di una riconferma che duri almeno altri cinque anni.