Incassato il passo indietro di Emilio Arcuri, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha scelto al suo posto il presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Palermo: sarà Vincenzo Di Dio il nuovo assessore all’Edilizia privata. Arcuri, a seguito dell’inchiesta che ha portato ai domiciliari il suo braccio destro, Mario Li Castri, ha revocato la propria disponibilità ad entrare nell’esecutivo. La decisione, come ha spiegato Orlando nel corso di un’altra conferenza stampa convocata a palazzo delle Aquile, è arrivata dopo una conversazione fra i due: “Sabato mattina ci siamo sentiti con Arcuri che ha avuto una rara sensibilità e ha convenuto sulla opportunità di fare un passo indietro. Esprimo grande apprezzamento nei confronti di Arcuri che, nonostante non sia interessato da provvedimenti della magistratura, ha avuto la sensibilità di fare un passo indietro per potere collaborare al meglio con i pm”.
“Scegliendo Vincenzo Di Dio come assessore all’Edilizia privata – ha detto ancora Orlando – ho voluto mandare un messaggio chiaro ai professionisti palermitani che compiono ogni giorno con dignità la loro professione e che non possono essere mortificati da eventuali errori commessi da altri. Sappiano che questa Amministrazione non fa sconti a chi sbaglia”. A proposito dell’operazione ‘Giano Bifronte’, che ha portato a sette arresti tra funzionari, politici e imprenditori, il sindaco ha dichiarato che “che è emerso è la conferma che da parte di questa amministrazione comunale non c’è spazio per interessi malavitosi”. In riferimento ad alcune intercettazioni che lo tirano in ballo, Orlando spiega che “l’inchiesta ha portato uno straordinario fascio di luce, e non di ombra. Gli insulti a me rivolti da questi personaggi e che ho saputo essere contenuti negli atti giudiziari sono per me titoli di merito e sono la conferma del buon comportamento di questa amministrazione che andrà avanti”.
Orlando, inoltre, si è detto pronto a riferire all’aula: questa mattina, con un atto d’indirizzo, dodici consiglieri comunali di opposizione hanno chiesto “di riunire d’urgenza, entro e non oltre questa settimana, il Consiglio Comunale e di convocare il Sindaco e la Giunta per avviare un confronto schietto e pubblico su quanto è successo e per fare il punto sugli atti, provvedimenti e procedimenti a cui hanno partecipato i funzionari comunali indagati”.
OMBRE SU TANTILLO DI FORZA ITALIA
Due consiglieri arrestati, Lo Cascio del PD e Terrani di Italia Viva. Ma le carte dell’inchiesta dell’operazione Giano Bifronte gettano nuove ombre su Sala delle Lapidi. Scrivono, infatti, gli inquirenti: “L’architetto Seminerio, continuando nel dialogo, svelava all’imprenditore che Mario Li Castri, prima delle ultime vacanze di Natale, era stato a cena con Tantillo (identificato in Giulio Tantillo, consigliere comunale dell’opposizione, nonché membro della II Commissione Urbanistica del Comune), il quale gli aveva garantito il buon esito dell’iter amministrativo della delibera riguardante i piani costruttivi. Seminerio, poi, aggiungeva che il Li Castri aveva introdotto l’argomento in maniera indiretta (alias vaga), così da ottenere una risposta affermativa. In effetti, per riscontrare che tale cena ci sia effettivamente stata è servito analizzare le conversazioni telefoniche avvenute tra il 18-19 dicembre 2018 (prima delle ultime vacanze di Natale, ndr.), triangolando i dati delle intercettazioni tra l’architetto Mario Li Castri, Alessio Di Tanto ed il consigliere comunale Giulio Tantillo”.
Di Tanto è il responsabile sviluppo dei progetti presso Coedit Srl, che aveva contatti continui con l’architetto Li Castri. Un riscontro sull’operato di Tantillo giunge da una conversazione telefonica tra l‘ex capogruppo del partito di Orlando e il capogruppo del Pd, entrambi arrestati 48 ore fa, secondo i quali – sostengono gli inquirenti – sarà presto data una accelerazione all’approvazione dei piani costruttivi in consiglio e che lo stesso Lo Cascio ne parlerà con Tantillo: “Domani mattina – affermava l’esponente del PD – glielo dico, ne parliamo e facciamo sintesi, acceleriamo”.
Forza Italia non ha firmato l’atto di indirizzo con cui viene richiesto al sindaco Orlando di riferire al più presto in aula sulla vicenda che ha portato ai sette arresti. Ma il consigliere comunale dei berluscones a Palazzo delle Aquile, Andrea Mineo, non ci sta: “Forza Italia, al pari se non meglio degli altri partiti della minoranza, ha svolto e continua a svolgere il ruolo di sentinella in Consiglio comunale nel preminente interesse dei cittadini”.
“Sulla vicenda giudiziaria che ha investito il comune di Palermo – prosegue il coordinatore regionale di Forza Italia Giovani – possiamo affermare con forza che nessun consigliere del gruppo azzurro ha mai votato proposte di delibere favorevoli ai programmi costruttivi. Basterebbe guardare i verbali di commissione della scorsa consiliatura per appurare che furono stoppati da Forza Italia per due ragioni. La prima perché si era quasi alla fine della consiliatura e la seconda perché per l’intero gruppo di Forza Italia sarebbe stato più corretto e giusto attendere che giungesse in aula lo strumento urbanistico, il nuovo piano regolatore generale. Ovviamente – prosegue Mineo – siamo scossi da quanto è emerso e auspichiamo la massima trasparenza per far sì che tutti i profili vengano chiariti nel più breve tempo possibile. Siamo completamente d’accordo con gli altri gruppi di minoranza per tenere una seduta straordinaria del consiglio comunale nella quale affrontare e chiarire tutti gli aspetti della vicenda. Auspichiamo che al più presto possa essere ricostituita la Commissione speciale “Garanzia e trasparenza”. Infine vorrei sottolineare – conclude Mineo – che Forza Italia non ha mai garantito nulla a nessuno, anche perché come opposizione abbiamo sempre respinto gli atti della maggioranza”.