Ricordate l’autunno del ‘22? Per grazia ricevuta da Ignazio La Russa, il dimenticato Renato Schifani era stato appena eletto presidente della Regione. Dopo anni di oblio, rientrava finalmente sul palcoscenico della politica. Abbagliato dalle luci della ribalta e in preda a un’esaltazione dionisiaca, dettò le tavole della legge. E montò addirittura una selvaggia polemica con i patrioti sulla qualità primaria dei nuovi assessori: dovevano essere, innanzi tutto, deputati eletti dal popolo. E così dicendo fece traballare non poco le aspettative di Elena Pagana, bocciata persino nella sua Troina, e di Francesco Scarpinato, imposto dal Balilla come suo successore e servitore. La cosa finì come finì. Ma dopo meno di due anni, l’intrepido conducator di Palazzo d’Orleans ha cambiato radicalmente parere. Ora va pazzo per i tecnici non eletti dal popolo. Evviva la Sicilia.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
Detti e contraddetti del conducator Schifani
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