Sobri, ovvero assenti. Gli 80 anni della Liberazione scivolano via con celebrazioni dai toni dimessi: appena tre ministri in aula a Montecitorio. E larghi spazi vuoti nelle aule parlamentari. Soprattutto a destra, ma non va molto meglio a sinistra. Assenti, tra gli altri Elly Schlein, Matteo Renzi e Carlo Calenda. Ha vinto la sobrietà predicata dal governo o il ‘ponte’ tra il 25 aprile e il fine settimana?
Oltre che nel quarto giorno di lutto per la morte di papa Francesco, quest’anno il 25 aprile cade di venerdì. Le alte cariche – Giorgia Meloni, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana – di buon mattino accompagneranno il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all’Altare della patria per il consueto omaggio al Milite ignoto. Poi Mattarella si sposterà a Genova per un’altra cerimonia. La segretaria del Pd Elly Schlein sarà alle celebrazioni a Monte Sole – Marzabotto, per poi spostarsi a Milano dove parteciperà – insieme a Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli e Riccardo Magi – parteciperà al corteo antifascista. Il presidente del M5s Giuseppe Conte, in tarda mattinata, andrà invece alle Fosse Ardeatine, dove poco prima arriverà anche il leader azzurro e vicepremier Antonio Tajani in rappresentanza del governo per ricordare le 335 vittime della strage nazi-fascista. Tajani, si sposterà poi a Ferentino, nella chiesa di Sant’Ippolito, per ricordare la figura di don Giuseppe Morosini, cappellano militare entrato nella resistenza. L’altro vicepremier, Matteo Salvini potrebbe trascorrere la ricorrenza in famiglia, così come Umberto Bossi, che ebbe la nonna torturata dai fascisti.
Una vigilia della ricorrenza c’è stata in Parlamento. Camera e Senato hanno ricordato la Liberazione con distinte cerimonie. Se la preoccupazione del governo era che si mantenessero toni sobri, può stare tranquillo. La Liberazione a Montecitorio scivola via come un atto dovuto. Al Senato è Ignazio La Russa a movimentarla un po’… Continua su Huffington Post