De Luca non risparmia nessuno

Il sindaco di Taormina Cateno De Luca

Mentre a destra e sinistra si discetta sui candidati, sulle formule, e su come conciliare la partita delle Amministrative con quella delle Regionali, Cateno De Luca adotta un’altra strategia: girare la Sicilia a bordo di un furgoncino della pace dove campeggia lo slogan della sua campagna elettorale (‘Alla luce del sole’) e i colori giallo e rosso di Sicilia Vera, il movimento meridionalista che l’ex sindaco di Messina ha già dichiarato di voler introdurre a Roma, per le prossime Politiche. Al momento, però, la destinazione è palazzo d’Orleans. E in quadro frammentato come quello offerto dal centrodestra, De Luca è convinto di andare sopra il 20 per cento: “Sono pronto a scommettere con tutti voi”. Prima di far fiato alle trombe nei pressi di piazza San Giovanni, nel cuore di Ragusa, De Luca aveva fatto tappa a Modica, la città del segretario regionale della Lega, Nino Minardo.

Vi siete visti, finalmente?

“Mi ha chiamato mentre stavo andando via… Voleva offrirmi un caffè per sancire una tregua con Salvini. Nino è una persona buona, ma non ha mai amministrato un condominio e non lo ritengo adeguato all’obiettivo verso il quale vorrebbero spingerlo”.

Cioè la presidenza della Regione.

“E’ una manovra per alzare il prezzo. Ma noi non siamo interessati ai loro giochini”.

Salvini l’aveva corteggiata a lungo e anche nel corso della pandemia aveva elogiato il suo decisionismo. Poi cosa è successo?

“Lui mi desidera e mi cerca da tempo, ma quando si commettono gravi errori di valutazione sulle persone bisogna avere l’umiltà di chiedere scusa. Lui non l’ha fatto”.

Si riferisce alla sua recente assoluzione nel processo Fenapi.

“Quando fui arrestato per la seconda volta l’8 novembre 2017, Salvini ha detto che grazie alla sua lungimiranza aveva tenuto lontano dalla lista della Lega per le Regionali il “delinquente” De Luca. Punto primo: non ho mai chiesto alla Lega di candidarmi, si tratta di una sciocchezza messa in giro da Attaguile. Punto secondo: sono stato assolto dalle accuse perché il fatto non sussiste. Finché non mi avrà chiesto scusa, con lui non sono disposto a prendere neanche un caffè”.

Salvini e Minardo hanno lanciato ‘Prima l’Italia’, un progetto di federazione con centristi e autonomisti. Qual è il suo giudizio?

“E’ un’ammucchiata funzionale al problema di Salvini, che non riesce più a sfondare a destra per la bravura della Meloni, e quindi cerca di conquistare consenso al centro, sfruttando la spaccatura di Forza Italia. E’ un’operazione gattopardesca: anche cambiando l’etichetta il prodotto resta scadente. E’ un tentativo ulteriore per prendere in giro i siciliani. Un fallimento annunciato che trova sponda nella poca lucidità mostrata di recente da Gianfranco Micciché”.

Come giudica, invece, la prova muscolare della Meloni, che punta al bersaglio grosso anche a Palermo, oltre che alla Regione?

“La Meloni deve candidare suo cognato (Francesco Lollobrigida, ndr) alla presidenza della Regione Lazio e in queste dinamiche Musumeci gli può tornare utile. Lo scaricherà al momento opportuno. E le dico un’altra cosa: secondo me la Meloni non ha alcuna ambizione di andare al governo, le basterebbe diventare la padrona dell’opposizione. Potrebbe essere una strategia intelligente”.

Lei ha fatto riferimento alla sua vicenda giudiziaria. Ma crede che il governo Musumeci, nel corso di questa legislatura, abbia onorato la ‘questione morale’. Viene da pensare al caso di corruzione esploso all’Ast, all’occupazione politica dell’Oasi di Troina, all’inchiesta sulla sanità…

“Io non sono abituato a discutere di vicende giudiziarie perché bisogna avere la capacità di confrontarsi sul piano politico. Ma la tripla morale di Musumeci è sotto gli occhi di tutti. Quando fui arrestato, la sua frase più gentile è stata: ‘Peccato che la politica non arrivi prima dei pubblici ministeri’. E’ un altro di quelli che non ha chiesto scusa. La presunzione d’innocenza vale coi suoi lacchè. Il caso di Troina e l’inchiesta su Razza, moralmente e politicamente, sono degli atti che pretendono una rimozione di questi personaggi. A prescindere dalla vicenda giudiziaria, da cui spero escano puliti, mi indigna sentir parlare un assessore e i suoi sodali di falsificare dati, scutularsi i morti e spalmare posti letto per evitare di dimostrare che il re era nudo”.

A un mese dalla fine dell’esercizio provvisorio, la giunta non ha ancora esitato i documenti contabili. Perché?

“Perché il bilancio della Regione, che io conosco bene, è farlocco. Per cercare di farlo quadrare si gonfiano un po’ di capitoli, ma all’appello manca circa un miliardo e mezzo. I giochi di prestigio di Armao Meravigliao sulla spalmatura del disavanzo stanno creando una situazione debitoria sempre più grave”.

Cosa non funziona?

“Elementare: la Regione spende più di quanto incassa. E Armao è il vero responsabile, dal momento che negli ultimi vent’anni è l’assessore che ha gestito il Bilancio più a lungo”.

E’ anche quello che l’ha fatta litigare con Lombardo, nel 2017.

“Lombardo stravedeva per lui. Io no, perché già avevo avuto modo di conoscerlo. Così, nel mese di agosto del 2017, feci un comunicato stampa a supporto di Musumeci. Armao è uno che non si è mai candidato né misurato nelle urne. E’ stato indicato come vicepresidente della Regione per farlo rientrare nel quadro di riferimento della politica, che non prevede presenze al di fuori di esso. E’ successo anche a Lagalla: cinque anni fa si era proposto per palazzo d’Orleans, poi è stato ricompensato con l’assessorato all’Istruzione e alla Formazione professionale. Forse pensavano di adottare la stessa tecnica con me, ma non funzionerà”.

Niente mela del peccato, quindi?

“Fino a una mese fa mi è stata offerta la vicepresidenza, con delega all’Economia e alla programmazione. Ho detto ‘no’. La prossima mossa che faranno sarà quella di offrire a noi di Sicilia Vera la guida del centrodestra, come accaduto alla vigilia delle elezioni di Messina nel 2018. Ma diremo ‘no’ anche stavolta”.

Crede seriamente di poter vincere da solo?

“La nostra posizione causerà, come primo effetto, la sconfitta dell’intero centrodestra. Chiunque vincerà, inoltre, non avrà la maggioranza in parlamento e dovrà venire a trattare con noi. Ecco perché abbiamo già vinto”.

Non c’è nessuno che la soddisfi in questo panorama politico?

“Mi brucia molto che una classe di politici 70enni – con tutto il rispetto per l’età – pretenda di continuare a comandare, condizionando i nostri destini. Se la nostra terra è in queste condizioni è colpa della banda bassotti che l’ha governata negli ultimi vent’anni. I pupi sono cambiati, ma i pupari sono rimasti sempre lì. Io non ho intenzione di fare il pupo a nessuno”.

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