“Dopo due anni di attività politica all’interno del partito ‘Sud chiama Nord’, desidero informare i miei sostenitori e l’opinione pubblica della mia decisione di lasciare il partito. Questa scelta nasce, dopo lunga e sofferta riflessione, da una serie di motivazioni che ritengo fondamentali per proseguire il mio impegno politico”. Un fulmine a ciel sereno si abbatte su Cateno De Luca, già provato dal pessimo risultato alle ultime Europee. Il deputato catanese Ludovico Balsamo gira i tacchi e se ne torna al Mpa: “Ho deciso di aderire (tornando nella mia prima casa politica) al Movimento per le Autonomie, un partito fortemente radicato nella provincia etnea e ben presente nel resto della Sicilia. Se è vero che la politica è servizio, la mia unica ambizione è quella di tornare a rendere un servizio efficace alla mia comunità”, ha detto Balsamo.

Una notizia che non registra la reazione di De Luca, bensì quella del coordinatore regionale di Sud chiama Nord, Danilo Lo Giudice: “Prendiamo atto della scelta del Deputato Ludovico Balsamo di lasciare il partito Sud chiama Nord. Non ne comprendiamo le ragioni, considerato che fino a qualche giorno fa abbiamo condiviso le strategie di rilancio del nostro movimento. È sorprendente che una decisione di tale portata sia stata presa senza un confronto preliminare con il leader del partito. Tuttavia, rispettiamo la sua decisione e gli auguriamo di trovare il suo centro di gravità permanente”.

Balsamo è solo l’ultimo della lista. Il gruppo parlamentare di De Luca – all’inizio erano addirittura due (con Sicilia Vera) – ha visto dimezzare il proprio contingete da 8 a 4 deputati. Erano andati via Salvo Geraci (Lega) e Alessandro De Leo (Misto). L’uscita di Davide Vasta, ritenuto “ineleggibile”  e decaduto per effetto di una sentenza della Corte d’Appello di Palermo, aveva comportato l’ingresso del primo dei non eletti, Salvo Giuffrida, che si è subito iscritto al gruppo della Democrazia Cristiana. Con Balsamo aumenta, invece, la delegazione del Mpa. Lombardo, qualche settimana fa, aveva fiutato il “colpo” e chiesto a Schifani il riconoscimento di un secondo assessore in giunta. Ora che le previsioni si sono avverate, avrà la forza per condizionare le scelte del presidente della Regione?