C’è un pezzo di Sicilia nella vita artistica e personale di Fabrizio De André. Faber in Sicilia aveva un amico, si chiamava Fifo Costanzo. Poeta, musicista, cantautore, se n’è andato in un inverno di dodici anni fa nella sua Partinico. Discreto, umile, eccentrico, Fifo trascorse gli ultimi anni della sua vita in completa solitudine. Come Rosa Balistreri, di cui era fraterno amico. Le dedicò una poesia sul letto di morte: “(…) Tu ti ‘nni vai Rosa o matri sfurtunata/ni lassi lu to cori, ni sta mala jurnata”. E come Rosa, Fifo cantò la Sicilia, cantò l’amore che provava per la sua terra. Cantò la sua gente. “Cudduredda”, per esempio, la bambina simbolo del terremoto del Belice. Fifo rimase profondamente toccato dalla vicenda della piccola di Gibellina, trovata viva tra i ruderi e morta qualche ora dopo. Ne raccontò la storia con musica e versi struggenti.
Con De André si instaurò presto un vero e proprio sodalizio artistico e musicale, tanto che Faber propose a Fifo di registrare dei brani insieme, di collaborare per alcune produzioni. Proposte che Fifo rifiutò. L’idea di doversi allontanare dalla sua Sicilia non gli andava proprio a genio. Ma tra Fifo e Fabrizio innanzitutto c’era alla base una grande amicizia. Nata per caso, una cena tra amici comuni dopo un concerto di De André (alla Fiera del Mediterraneo dove Fifo si recò con una conoscente di Genova che gli presentò Faber) che finì con lo scambio delle camicie. A Fabrizio piaceva quella di seta che indossava il suo futuro amico. Fifo non ci pensò due volte e ognuno tornò a casa con la camicia dell’altro. Erano gli anni Settanta. Da quel giorno i due divennero grandi amici. Ogni volta che si recava in Sicilia, per De André casa di Fifo era tappa obbligata. Fino a quando nel 1982 Fifo Costanzo, con il suo gruppo musicale, aprì due concerti di De André. Uno a Palermo, alla Favorita, e uno a Catania al Teatro Ambasciatori.
Per anni, poi, circolò una leggenda. Si diceva che il brano “La canzone di Marinella” l’avesse scritto Fifo, dedicato alla figlia Marina e poi donato a De André. Leggenda smentita dalla stessa Marina: “No, la canzone uscì prima che mio padre e Fabrizio diventassero amici”. Però Marina racconta un episodio realmente accaduto: “A casa mia capitava spesso di trovarci Fabrizio, Dori Ghezzi e qualche componente dei New Trolls. Una sera mentre tutti erano di là a fare baccano, io – ero poco più che una bambina – non riuscivo a prendere sonno. Allora Fabrizio venne a cantarmi “La canzone di Marinella” per farmi addormentare. Lo ricordo come fosse ieri. De André che mi canta la ninna nanna con una delle sue canzoni più celebri. Un’emozione che mi porterò dentro per tutta la vita”.