La voce del telecronista è concitata. La partita è in una fase delicata. “Attacca il Napoli… palla sulla destra, cross pericoloso in areaaaa…”. Fermatevi, e immaginate di essere davanti al vostro pc, o tablet, o smartphone, a seguire quell’azione, e su quel “cross pericoloso” il video si blocchi e spunti la diabolica e snervante rotellina che “ricarica” il segnale. Nel frattempo l’azione, nella realtà, è andata avanti, e voi dovete aspettare che il video riparta per seguirla da dove l’avevate lasciata. Ora, immaginate che questo intoppo si verifichi una ventina di volte durante i novanta minuti di partita. A conti fatti, la partita vera sarà già finita quando quella trasmessa nel vostro pc è ancora all’85mo. A furia di interruzioni, un appassionato di calcio finisce per snervarsi davanti a una partita spezzettata per problemi tecnici. Ma fosse solo questo.
L’altra sera stavo guardando proprio Napoli-Milan sul mio pc, sulla piattaforma DAZN, che quest’anno si è aggiudicata i diritti di trasmettere tre partite su dieci di ogni turno del campionato di serie A su tutti i portali, e per chi ce l’ha, sulla App della smart tv. Succede che a un certo punto, sul punteggio di 2 a 2, stia attaccando il Milan quando il segnale si blocca per l’ennesima volta. Spunta l’odiosa rotellina, ma stavolta dura un po’ più del solito, e quando una manciata di secondi dopo riprende il video, non solo l’azione del Milan era già finita, ma addirittura spuntano i giocatori del Napoli a esultare sotto la curva: il Napoli aveva segnato il 3 a 2 della vittoria definitiva e Dazn non l’ha fatto vedere. Il guaio è che stiamo parlando di una piattaforma che fornisce servizi ovviamente a pagamento. E tutta l’Italia calcistica conosce gli scempi tecnici che sono successi in queste due prime giornate di campionato.
Fatevi un giro sui social per averne un’idea. Fioccano commenti furiosi, nel migliore dei casi, se non insulti e improperi di chi si sente giustamente beffato. Roba che neppure in una tv privata degli anni ’80 dell’ultimo paese del Sud, dove sono cresciuto e mi sono fatto le ossa, sarebbe accaduta. E così, mentre i vertici di Dazn si affannano a promettere interventi e investimenti per risolvere “l’inconveniente” (lo chiamano inconveniente!), piovono le disdette e molti rinunciano ad abbonarsi. Per i più temerari che aspettano la prossima partita, se le cose non dovessero migliorare, si armino di santa pazienza e di pasticche di tranquillizzanti (non si sa mai) perché di questo passo su Dazn un match si sa quando comincia, ma non si può dire quando finisce: anche se qualcuno insiste con un vecchio adagio: “Le partite durano 90 minuti”. Sì, allo stadio. E un consiglio: spegnete il telefonino, perché mentre voi state ancora guardando la partita, non sia mai che vi arrivi l’sms dell’amico che l’ha vista dal vivo e vi sfotta per la sconfitta della vostra squadra del cuore, mentre voi, davanti al PC che si impalla, stavate ancora sperando nella rimonta. Una beffa nella beffa.