Santanchè alla Camera: daje de tacco, daje de borsetta

Santanché sopravvive alla sfiducia

“Non mi farete diventare come voi! Avrò sempre il mio tacco a spillo!”. Il brusio più forte nell’Aula di Montecitorio, dai banchi dell’opposizione, arriva in questo momento. Quando, nel corso della replica alla mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5 stelle e sottoscritta dal Pd, la ministra del Turismo, Daniela Santanché si lancia in una difesa del suo stile. E anche del suo status sociale. La difesa del suo operato arriverà dopo. Quella della presunzione di innocenza c’era già stata: la ministra aveva, infatti, citato la Costituzione, fatto riferimenti al garantismo, ricordato alle opposizioni tutti gli amministratori di centrosinistra costretti alle dimissioni salvo poi scoprirsi innocenti garantista.

Nel bel mezzo della discussione, ecco che però si lancia, tra le risate delle opposizioni, in una sorta di agiografia di se stessa: “Io sono l’emblema di tutto quello che detestate, lo rappresento plasticamente: ma voi non volete combattere la povertà, voi volete combattere la ricchezza. Io avrò sempre il mio tacco 12, ci tengo al mio fisico, avrò sempre il sorriso e non sarò mai come voi”, attacca la ministra. Al centro del secondo banco del governo, si rivolge alle opposizioni vestita di varie gradazioni di bordeaux. Accanto a lei spicca una borsa di quelle che notano anche chi si cura poco della moda. Tutti, memori delle ultime polemiche sulle Hermès false che avrebbe regalato a Francesca Pascale, si chiedono: “Ma che modello è? Quanto costa?”.

È una Kelly di Hermés. Costo? 25mila euro, centesimo più, centesimo meno. Nulla di strano, per Daniela Santanché. Che ama il lusso e si vuole prendere la scena. Che, soprattutto, decide di togliersi tutti i sassolini dalla scarpa: “Nelle mie borse non c’è paura. Sì, ho una collezione di borse, ma mio padre mi ha insegnato che si ruba solo quello che si nasconde e io non ho nulla da nascondere. Per voi sono l’emblema di ciò che detestate”. Parla ai 5 stelle quando dice: “Voi non volete combattere la povertà, ma la ricchezza”. E chissà a chi parla quando ricorda che nei suoi stabilimenti balneari non vanno solo ricchi di centrodestra: “Io sono quella del Twiga e del Billionaire, aziende che danno lavoro, sono quella che alcuni di voi avete chiamato… ma sono una signora e non faccio i nomi…”. Continua su Huffington Post

Federica Olivo per HuffPost :

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