A tredici anni pesava 94 kg. Oggi Luigi Busà, il gorilla di Avola, è campione olimpico di karate. Ha dato all’Italia la 37.ma medaglia (poi diventate 38 grazie all’eccezionale staffetta dell’atletica), che ha permesso di superare il record delle edizioni di Los Angeles ’32 e Roma ’60. Ce l’ha fatta al suo primo tentativo Busà: il karate per i Giochi è una cosa nuova di zecca. Ma a Parigi, fra tre anni, tornerà in soffitta. Busà, 33 anni, ce l’ha fatta giusto in tempo a realizzare il sogno da bambino. Lo urla in camera, a fine combattimento, rivolgendosi alla mamma. “Una figata pazzesca – sono le sue prime parole -: è la medaglia che aspettava tutto il karate italiano, non si può vincerla da soli, e io non voglio tenerla per me, voglio davvero che sia di tutti. I ragazzi dello staff sono stati geniali, non mi hanno mai fatto sentire lo stress, per me era una gara unica, non volevo e non potevo sbagliare. Loro per distrarmi volevano portarmi a fare shopping, ma io l’unico ricordo che volevo di Tokyo era questa medaglia. Mi sono staccato anche dai social perché non sono la vita reale”.
Nella sfida decisiva per la medaglia d’oro ha battuto in finale l’azero Aghayev, che fra l’altro è suo amico. L’obesità, da ragazzino, l’ha condizionato in negativo. L’ha fatto diventare uno zimbello. Oggi è una rivincita. Una rivincita per sé e per gli altri, per tutti i bambini in sovrappeso: “A loro dico che la vita non è facile, ma non si deve mai mollare, io da piccolo ho subìto insulti, vengo da un paesino del Sud, bellissimo, per carità… Però ce l’ho fatta e se ce l’ho fatta io… Mangiare mi piace ancora, ma sono seguito da un nutrizionista. Questa sera però una pizza me la faccio”. “Dopo due Mondiali e cinque Europei vinti, non ci fosse stata l’Olimpiade avrebbe smesso” racconta casa il padre Lello, che lo ha buttato sul tatami della sua palestra quando ancora gattonava.
Luigi ha una famiglia numerosa: ci sono mamma Paola, le sorelle Stephanie, Lorena e Cristina. Lorena, più grande di 18 mesi, ha affidato le proprie emozioni a Repubblica. E’ anche lei una karateka: “Per la prima volta ho visto mio fratello in tv e non dal vivo perché per cinque anni abbiamo fatto tutte le gare di qualificazione assieme. Io ho sempre assistito alle sue vittorie e alle sue sconfitte. E viceversa. Oggi per la nostra famiglia è un giorno bellissimo. E deve essere un giorno speciale per tutta la Sicilia. Ho visto tutte le gare a casa, assieme ai miei genitori, alle mie sorelle e ai miei cognati. Sono tornata ad Avola due giorni fa. In pratica per due giorni non siamo usciti di casa e non abbiamo quasi mangiato per la tensione. Adesso sono certa che Avola verrà letteralmente ribaltata da tutti i tifosi di Gigi”. Quel ragazzino un po’ obeso è diventato una leggenda.