Orlando resiste, Catania si sospende, Palermo affonda

A Palermo, quest’anno, si è avverata una sola previsione. Cioè che il numero delle bare non tumulate, al Cimitero dei Rotoli, superassero le 600 unità entro la fine del 2021. E’ questa la fotografia impietosa di una città che non riesce a ripartire e che il sindaco Orlando spinge sempre un po’ più in basso. L’unico a resistere è lui, il “professore”. Immarcescibile rispetto ai segni del tempo, che condizionano la sua attività politica. Resiliente alle numerose scosse che tagliano a fette la sua maggioranza. L’ultima è arrivata all’alba, con l’approvazione di un Bilancio di previsione che impallina la voglia smodata di tram (sua e dell’assessore alla Viabilità, Giusto Catania). Con tre emendamenti trasversali – condivisi dai renziani e da pezzi dell’opposizione – è stato smontato il progetto da 43 milioni (finanziato, in parte, dall’accensione di un mutuo con Cassa Depositi e Prestiti) per realizzare le opere accessorie, come marciapiedi e svincoli, di tre nuove linee. Se ne riparlerà l’anno prossimo.

Orlando ci aveva messo la faccia. E l’ha persa. Fra l’altro, con il secondo dei tre emendamenti, l’aula ha deciso di destinare un avanzo di amministrazione pari a 21 milioni (di cui, 17 riservati ai tram) a situazioni assai più urgenti: 10 saranno impiegati per la manutenzione delle strade, 3,5 per l’acquisto di nuovi loculi al cimitero della vergogna. Dove una gestione en passant, senza un assessore di riferimento (l’ultimo, D’Agostino, s’è dimesso la scorsa estate) ha cancellato la dignità dei morti e tolto credibilità ai vivi. Il Bilancio, che nella sua versione finale ha liberato risorse per aumentare il monte ore dei lavoratori part-time del Comune (dopo le proteste dei sindacati) e determinare qualche assunzione in più, è stato approvato senza il voto di Sinistra Comune. Il partito di Giusto Catania ha abbandonato l’aula al momento del voto, lasciando alle opposizioni l’incombenza di garantire il numero legale. I comunisti e Italia Viva sono ai ferri corti da mesi, ma nessuno è pronto a farsi da parte. Scatenerebbe una crisi.

Così Orlando approfitta della precarietà generale per rimanere in piedi. Fermo al suo posto. Anche se all’orizzonte si staglia un altro tema caldo: quello sui rifiuti. Nelle ultime ore il Consiglio comunale ha analizzato il Pef (piano economico finanziario) della Tari: il piano presentato da Rap, la società della nettezza urbana) prevede 35 milioni di extracosti. L’unico modo per coprirli è richiedere ai palermitani un aumento della tassa dei rifiuti (in media, di 43 euro l’anno). Una stangata del 27,7% rispetto al 2019, per di più di fronte di un servizio assente e scadente. I cumuli di monnezza sui marciapiedi della quinta città d’Italia – in attesa della settima vasca di Bellolampo e dei camion che li trasportino fuori dalla Sicilia – sono l’immagine aberrante di un 2020 che finalmente si spegne. E potrebbero costare caro se, come si teme, a gennaio quest’aumento diverrà esecutivo (“Serve un ulteriore approfondimento”, ha ammesso Orlando). Finora è stato scongiurato senza troppa convinzione. Auguri, Palermo.

Aperta la crisi: l’assessore Catania si autosospende

Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha commentato a freddo gli effetti del Bilancio: “C’è sicuramente un problema politico del quale tutti dobbiamo farci carico, perché la politica non è soltanto merito ma è anche metodo nell’azione di tutti e di ciascuno. Questo richiama alle responsabilità non del singolo consigliere ma di tutti i consiglieri di tutte le forze politiche che hanno fino ad adesso concorso a questa esperienza”. Ma nel frattempo la crisi prende forma a causa dell’autosospensione di Giusto Catania, assessore alla Mobilità: “Ieri si è riunita l’assemblea di Sinistra Comune – ha scritto Catania su Facebook – che ha deciso la mia sospensione da assessore. Ho condiviso la scelta e l’ho comunicata al sindaco. Un plauso ai consiglieri comunali Barbara Evola, Fausto Melluso, Katia Orlando e Marcello Susinno che hanno tenuto una giusta linea politica in difesa delle scelte strategiche per la città, fondamentali per continuare il processo di trasformazione di Palermo. Il 9 gennaio è stata riconvocata l’assemblea di Sinistra Comune: in quella sede sarà chiaro se ci sono le condizioni politiche e programmatiche per continuare questa esperienza di governo”.

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