Dispiace dirlo con toni così forti, ma il sedicente assessore alla sanità è andata all’improvviso fuori di testa. Nel corso di un incontro con i rappresentanti sindacali delle strutture convenzionate Giovanna Volo – in un raro momento in cui il suggeritore Schifani l’ha lasciata sola – ha lanciato, a destra e a manca, accuse gratuite, per non dire al limite dell’insulto. Ha sostenuto, ad esempio, che i titolari degli ambulatori e dei laboratori d’analisi – che coprono il settanta per cento delle prestazioni effettuate in Sicilia – non appartengono al servizio pubblico ma sono, parole testuali, “degli imprenditori in cerca di denaro”. Uno sfregio, ovviamente. Specie se si tiene conto delle cifre. I convenzionati, come si sa, non possono scavalcare il budget assegnato dal servizio sanitario nazionale. Eppure in tutti questi anni quei limiti sono stati superati perché nessuna struttura ha avuto il coraggio di rifiutare una prestazione. Solo nel 2023, sommando gli sforamenti dei laboratori d’analisi, si calcola che i cosiddetti imprenditori avidi di denaro hanno regalato alla Regione sotto forma di extra budget – ma questo la sedicente assessore forse non lo sa – una somma pari a ventinove milioni di euro.
Giovanna Volo, diciamolo, ha vissuto in queste ultime ore una giornata di furore. Pensate che, in una conversazione avuta con un rappresentante di categoria a margine dell’incontro ufficiale, ha fatto intendere – con la spocchia tipica dei neofiti che non sanno dove sta di casa la politica – che è pronta a revocare il decreto, firmato da lei stessa e presentato in pompa magna ad una platea di convenzionati, con il quale assegnava a trecento laboratori privati una parte consistente della campagna di screening gratuito per la prevenzione della epatite C. Una follia, va da sé. Se la revoca avvenisse, le conseguenze in sede civile e amministrativa, sarebbero per la Regione incalcolabili. Ma la Volo, nel giorno del furore, su questo punto forse non ha riflettuto a sufficienza. Ha preferito zittire, sotto gli sguardi smarriti dei capi dipartimento – Iacolino e Requirez – i sindacalisti che, non a caso, ora preannunciano una rivolta degna delle migliori cause.