Nella Sicilia soffocata dalla siccità c’è un altro uomo politico, oltre a Schifani, che balla – un po’ troppo allegramente – sul ponte del Titanic. E’ Roberto Lagalla, sindaco di Palermo. Lui ostenta tranquillità ma la città gli sta scoppiando sotto i piedi. Sono passati appena due settimane dal pacchianissimo Festino e già la scena è radicalmente cambiata. Dove campeggiava il carro della Santuzza ora si stagliano montagne di rifiuti che marciscono sotto il sole cocente. Dove brillavano le luminarie e i fuochi d’artificio oggi divampano gli incendi appiccati dalla gente che non sopporta più né il fetore né il lerciume, che vede i topi ballare per strada, che teme per la salute dei propri figli. Quanto tempo ci vorrà prima che la tragica Rap riporti Palermo entro i confini della decenza? Il guaio vero è che nessuno lo sa. Nemmeno Lagalla, nemmeno Santa Rosalia.