In tanti hanno un conto aperto con la Regione, che però taglia corto e invita a ripassare. E’ successo alle oltre 55 mila imprese che hanno prenotato un posticino al sole con il Bonus Sicilia: il click-day però è svanito, così come il prestito a fondo perduto da 5 a 35 mila euro previsto dal bando. Non se ne farà nulla. Si attende la pubblicazione del nuovo Avviso in Gazzetta ufficiale (entro la fine di ottobre) e poi l’assegnazione “a pioggia” delle risorse (125 milioni complessivi), fino a un massimo di 3 mila euro a testa. Ci sarà da aspettare almeno un altro mese, se non di più.
E’ il destino della Sicilia in epoca Covid. Palazzo d’Orleans promette tanto, ma non paga nessuno. Della prima tranche da 400 milioni dell’ultima Finanziaria, al netto del crack-day, non è stata varata alcuna misura. Si attende l’inizio della prossima settimana per la pubblicazione del bando destinato agli operatori turistici: siamo a fine ottobre e ancora aspettano un contributo dopo che il lockdown li ha soffocati e, talvolta, costretti a chiudere per sempre. In palio 75 milioni, di cui una parte (una quindicina) destinata alle compagnie aeree per l’istituzione dei voli a prezzo calmierato. Ma anche le famiglie povere, dopo aver ricevuto i primi 30 milioni per l’assistenza alimentare, dovrebbero spartirsi un altro pezzo di torta: i 70 milioni promessi dal governo Musumeci, però, sono ancora impantanati nella rimodulazione dei Fondi Poc al vaglio di Roma. Idem con patate per tassisti e noleggio con conducente: lunedì scorso avrebbero dovuto partecipare a un click day meno affollato del primo, ma la Regione ha scelto di rimandare e non correre rischi: così 10 milioni restano in freezer.
Tra le tantissime misure rimaste inevase c’è anche un contributo ai comuni per 300 milioni di euro, come forma di compensazione per le minori entrate a causa della pandemia. Nessuno, però, li ha visti. Ieri il capogruppo di Diventerà Bellissima, Alessandro Aricò, ha caricato le responsabilità sulle spalle di Roma: “Il nostro auspicio è che non si perda ulteriore tempo per dare il via libera a questi fondi, una vera e propria boccata di ossigeno per il tessuto produttivo siciliano. Attingendo al Fondo Perequativo, infatti, i Comuni siciliani potrebbero permettersi di disporre l’esenzione o la riduzione dei tributi locali dovuti dagli operatori economici relativamente al periodo del lockdown”. I primi ritardi, però, sono imputabili alla Regione, che solo qualche giorno fa ha inviato lo schema di rimodulazione delle risorse (previsto dall’ultima Finanziaria di guerra) all’attenzione del Ministero per il Sud, da cui adesso si pretende una risposta celere.
In sede d’approvazione della Legge di Stabilità era stato promesso ai siciliani anche il “bonus facciate”. Ma i 50 milioni destinati all’uopo sono al vaglio di un’attenta valutazione, per capire se e come procedere. Pure i teatri e i cinema siciliani, ovviamente, sono in attesa di una boccata d’ossigeno, dopo aver subito danni ingenti per la chiusura dei botteghini e le regole del distanziamento, che dopo la riapertura li ha costretti a un rigido contingentamento dei posti. I 10 milioni previsti, però, giacciono nei cassetti: ad attenderli ci sono Taormina Arte, l’Orchestra sinfonica siciliana, il Teatro Massimo di Palermo, il Bellini di Catania e via discorrendo.
Ma c’è un ultimo provvedimento che rappresenta la cifra dell’inadeguatezza. Ossia i 900 mila euro che l’Ars ha stanziato con apposita legge per gli alluvionati di Palermo del 15 luglio, nel giorno della Santuzza. Dopo aver chiesto lo “stato di calamità”, al Comune sono arrivate centinaia di richieste. Ma i soldi, a distanza di tre mesi, non sono stati accreditati nelle casse di palazzo delle Aquile. La Ragioneria generale della Regione aspetta un mandato dalla Protezione Civile che però sta ancora verificando cosa ha bloccato l’erogazione delle risorse. Roba da non credere.