Dopo aver perso il controllo della Sicula Trasporti, il colosso dei rifiuti che gestisce la discarica di Lentini, a seguito dell’inchiesta che ha portato all’arresto del patron Antonino, la famiglia Leonardi ha deciso di troncare anche col calcio. Giuseppe Leonardi, figlio di Nino, giovane imprenditore classe ’90, ha deciso di non iscrivere la Sicula Leonzio al prossimo campionato di Serie C. Il club era in vendita da mesi, ma Leonardi non è riuscito a concretizzare nessuna delle trattative in corso, rifugiandosi nell’oblio e scatenando l’ira di una città – Lentini – che era legata alla squadra da oltre un secolo di storia: 110 anni per l’esattezza. I Leonardi erano stati protagonisti di un pezzo di strada, gli ultimi otto, coincisi con la scalata al professionismo.
Nelle carte dell’inchiesta ‘Mazzetta Sicula’, che ha portato all’arresto dei vertici della società (poi rimpiazzati dagli amministratori giudiziari scelti dal Tribunale) e a un maxi-sequestro di 116 milioni, è finito anche lo stadio della Sicula Leonzio. O meglio, il destino del chiosco-bar al suo interno. Il clan mafioso dei Nardo avrebbe esercitato pressioni per ottenerne l’affidamento. Ma l’elemento calcistico, adesso, è quello che conta. Qualche giorno fa la Sicula Leonzio si era salvata sul campo contro il Bisceglie. Ma poi la situazione è precipitata. I siti specializzati parlano di tre trattative andate in fumo durante l’estate: la prima con Giovanni Alì, patron di Troina e Acireale, che avrebbe messo sul piatto 100 mila euro per rilevare il club; la seconda con un ingegnere petrolifero del Calatino; l’ultima con una cordata di imprenditori lentinesi e catanesi, rappresentati dal direttore sportivo Lino Gurrisi. Tutto fiato sprecato.
E’ come se Leonardi, profondamente legato alla sua creatura, avesse scelto di portarla a fondo con lui. Fino a qualche mese fa, la famiglia Leonardi aveva lasciato credere di poter subentrare a Nino Pulvirenti nella gestione del Catania, che invece è stato salvato in extremis dal fallimento e iscritto al prossimo campionato (dove troverà il Palermo). La Sicula, invece, rischia di consegnare il proprio vissuto ai libri di storia, a meno che nelle prossime ore qualcuno non faccia appello al Lodo Giorgetti e riesca a iscrivere la squadra alla Serie D o all’Eccellenza, campionati di rango inferiore. Ma il mito è ormai sbiadito, consumato da una gestione che aveva fatto credere al paradiso e l’ha ridotto nella polvere.
I Leonardi, d’altronde, hanno a che fare con questioni assai più importanti del calcio. La vicenda Sicula Trasporti, ad esempio. Una società che fattura 100 milioni di euro l’anno, ma, secondo i magistrati, è stata gestita in maniera “illecita”. Il Cda è stato spogliato dei suoi personaggi più illustri, ma le questioni in ballo sono ancora tante. Dopo l’ampliamento autorizzato nel 2018 alla discarica di contrada Grotte San Giorgio, infatti, la società aveva chiesto un nuovo processo autorizzativo – per 4,5 milioni di metri cubi – che a dicembre la Regione aveva ritenuto “procedibile”. La conferenza sei servizi, nonostante la protesta del presidente della commissione Antimafia Claudio Fava, e dei cittadini del comprensorio (stanchi di convivere col lezzo della monnezza), avrebbe dovuto pronunciarsi il 7 luglio, ma l’appuntamento è stato rinviato a data da destinarsi “in attesa di acquisire, da parte degli organi di controllo, i risultati delle ispezioni richieste dall’Autorità competente in materia di autorizzazione integrata ambientale”.