Si inaugura a gennaio con Parsifal di Wagner la stagione d’opera 2020 del Teatro Massimo di Palermo e si chiude tra novembre e dicembre con Elektra di Strauss: due grandi capolavori a cavallo tra Ottocento e Novecento a suggello di un cartellone di «grande impegno produttivo», sottolinea il sovrintendente della Fondazione, Francesco Giambrone. Segnali di «un teatro in buona salute e che soprattutto scommette sul proprio futuro. Significherà pure qualcosa se, nel giro di un anno, siamo tornati per la seconda volta sulla prima pagina del New York Times del quale non siamo certo inserzionisti», aggiunge con una ironica nota d’orgoglio.
Dunque, il sipario si alza il 26 gennaio su Parsifal che Wagner finì di comporre proprio a Palermo il 13 gennaio del 1882. Il compositore tedesco, come scriveva il Giornale di Sicilia, «tanto conosciuto per le sue ardite innovazioni musicali e come il capo di quella scuola che si chiama dell’avvenire», rimase conquistato dal clima del capoluogo siciliano dov’era arrivato nel novembre del 1881 («qui c’è soltanto primavera ed estate», scriveva) e decise di portare a termine in città la sua opera. Parsifal è atteso anche per il ritorno di Graham Vick, il regista tedesco al quale si deve, nelle scorse stagioni del Massimo, una geniale allestimento della Tetralogia wagneriana, e per l’esordio operistico nella sala del Basile – da quando è stato nominato direttore musicale del teatro – di Omer Meir Wellber sul podio.
Secondo titolo Falstaff (debutto 21 febbraio) con Daniel Oren che torna per il Verdi scespiriano in uno spettacolo coprodotto con il Regio di Parma che vede nel ruolo del titolo la star palermitana Nicola Alaimo (regia di Jacopo Spirei). Ancora Verdi per la terza proposta, Nabucco (in “prima” il 13 marzo), sul podio Andrea Battistoni, regia di Andrea Cigni, il baritono mongolo Amartuvshin Enkhbat nei panni del re babilonese. Nabucco sarà una delle due opere (l’altra è Norma, proposta nel 2017) con le quali il Massimo volerà in Giappone per la tournée internazionale del prossimo anno.
Il 29 aprile il Donizetti di Roberto Devereux diretto da Roberto Abbado, regia di Alessandro Talevi con Maria Agresta nei panni di Elisabetta e David Astorga come protagonista. Dal 3 giugno Il pirata di Bellini per la bacchetta di Francesco Ivan Ciampa nel nuovo allestimento firmato dai siciliani Luigi Di Gangi e Ugo Giacomazzi, già registi di Norma al Massimo due anni fa, da qualche stagione tra le nuove firme più applaudite della regia d’opera.
Dopo la pausa estiva, settembre (dal 15 al 30) sarà un mese tutto mozartiano con la trilogia che il compositore austriaco firmò con Lorenzo da Ponte: tre sere per Le nozze di Figaro, quattro per Così fan tutte e tre per Don Giovanni: uno dei progetti sui quali il teatro maggiormente punta. Regia “titolatissima” del duo Jean Philippe Clarac e Olivier Deloeuil (fondatori e artefici de Le Lab, una delle formazioni più innovative nel campo degli spettacoli operistici) e sul podio per tutte e tre i titoli Omer Meir Wellber.
Ad ottobre (debutto il 15) il Puccini amatissimo di Manon Lescaut per la bacchetta di Jader Bignamini e l’allestimento diretto da Pier Francesco Maestrini. Dal 24 novembre la già citata Elektra straussiana con Gabriele Ferro sul podio, la regia di Ruth Berghaus e un cast “all star” in scena: Violeta Urmana (Clitennestra), Irene Theorin (Elettra), Elisabeth Strid (Crisotemide).
Tre i balletti: Coppelia versione Roland Petit dal 31 marzo, Les liasons dangereuses di Davide Bombana dal 18 giugno e una nuova produzione del Massimo per Il lago dei cigni di Ciaikovsky firmato da Lienz Chang (dal 15 dicembre). Per la stagione dei concerti (14 in tutto) grande spazio a Beethoven nel 250° anniversario della nascita.