Twittare e Punire. “Troveremo i responsabili”, “Puniremo i colpevoli”. Nel giorno della sciagura di Genova, la giustizia si è abbreviata. Il processo per individuare le negligenze si è svolto sui profili social dei ministri. Come una danza e un passo a due, Di Maio e Salvini hanno comunicato che toglieranno la concessione ad Autostrade per L’Italia, multeranno i dirigenti, inseguiranno fino in Lussemburgo la famiglia Benetton, proprietaria di Atlantia, azionista di maggioranza del consorzio Autostrade. La cattiva manutenzione ha fatto così crollare il ponte, ma le parole senza freno stanno facendo sbriciolare lo Stato di diritto. Le opinioni hanno infatti sostituito le istruttorie, i cattivi (retro)pensieri hanno preso il posto delle perizie, i ministri hanno tolto la cravatta e indossato la toga sterminatrice.
È vero che in Italia i processi sono lenti e che troppe volte le catastrofi sono viadotti dove si imbucano i farabutti, ma l’alta velocità, quando si deve giudicare, è solo la scorciatoia del fanatismo, anticipa la caccia alle streghe. A Genova non si è fatto in tempo a piangere, ma si è fatto in tempo a inaugurare il nuovo anno giudiziario. In questo disgraziato paese anche le sventure finiranno per essere sottoposte a referendum online. Manco poco. Sedia elettrica o ghigliottina?