Doveva essere una manifestazione di popolo: del popolo degli indignati per la presenza di Totò Cuffaro dentro le sacre mura di Palazzo dei Normanni. Doveva essere uno spiegamento di forze: delle forze sane, ovviamente, e di una società civile che non perdona, che non accetta né la redenzione né la remissione dei peccati. Doveva essere la linea di confine tra i collusi da un lato e i puri e duri dall’altro lato. Doveva essere la vittoria dell’antimafia chiodata contro Gianfranco Miccichè che aveva accolto il reprobo Cuffaro dicendo: “Questa è casa tua”. Doveva essere tutte queste cose il picchetto schierato davanti al palazzo per impedire all’ex governatore di raccontare le esperienze laceranti vissute dai figli dei carcerati. Ma il picchetto era composto da appena venti persone. Venti forcaioli. Un flop. Segno che il paese forse non è ancora perduto
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
Cuffaro e il flop dei venti forcaioli
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