L’assessore Scarpinato non ha alcuna intenzione di dimettersi: “Se qualcuno ha pensato che mi potessi dimettere si è sbagliato di grosso – ha detto all’Ansa, dopo giorni di silenzio -. Non ho alcuna colpa rispetto a una procedura di finanziamento predisposta nella scorsa legislatura, quando non era neppure immaginabile che potessi fare l’assessore nel nuovo governo”. “Ho vissuto giornate tremende – ha raccontato l’assessore al Turismo – Ho sofferto non per me, io sono un militare e so come affrontare le situazioni più difficili, ma per la mia famiglia e in particolare per i miei figli”.
E spiega perché ha atteso tanto prima di parlare pubblicamente. “Ho raccolto documenti e approfondito la vicenda poiché il provvedimento della dirigenza mi fu sottoposto appena sette giorni dopo il mio insediamento da assessore – afferma -. Essendo un provvedimento fatto dal precedente governo, mi sono limitato a prenderne visione, chiedendo comunque di aggiornarmi”. Il caso esplose il 5 gennaio. “Da quel giorno ho cercato di ricostruire tutto – prosegue – E quando ho avuto contezza delle procedure ho informato il partito, che come me ha atteso di avere contezza di tutto prima di prendere posizione, come ha fatto oggi con la nota firmata dai dirigenti siciliani di FdI e dai 13 deputati dell’Assemblea regionale”.
E ancora: “Non ho mai firmato alcuna autorizzazione né tanto meno un aumento del budget per il finanziamento dell’evento a Cannes, ho solo preso visione di un progetto che era ancora in fase di aggiudicazione che mi fu sottoposto dal dirigente della Film commission per quella iniziativa programmata ben prima che io diventassi assessore e raccomandando agli uffici di darmi notizie del seguito”. Scarpinato spiega anche la missione fatta a Cannes, a dicembre. “Non c’entra nulla con l’evento contestato. Sono andato a Cannes su invito dell’Enit per la fiera del turismo del lusso per l’inaugurazione e il taglio del nastro dello stand Italia. Lì ho incontrato alcuni dei più grossi operatori, tra cui Rocco Forte. Il turismo del lusso in Sicilia vale il 2% ma sviluppa il 25% del Pil, per cui essere lì ha significato implementare i flussi turistici”.
Alle affermazioni dell’assessore circa la circostanza che sarebbe stato lui a chiedere l’atto ispettivo, ha replicato il governatore Schifani: “Siamo su Scherzi a Parte? La mia richiesta di verifica della vicenda da parte dell’avvocatura, una volta venuto a conoscenza dei fatti, è stata del tutto autonoma e tempestiva e risponde ad una doverosa esigenza di accertare la legittimità degli atti prodotti”, commenta. L’incidente diplomatico complica la già non facile posizione di Scarpinato che, secondo voci di Palazzo, potrebbe avere le ore contate.
LA REVOCA DEL PROVVEDIMENTO
“L’assessorato regionale siciliano al Turismo ha revocato fa il finanziamento di 3,7 milioni per la partecipazione della Regione siciliana a Cannes”. Lo ha annunciato il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani. Lo scandalo del turismo non si esaurisce, ma l’assessore Scarpinato ha deciso di metterci una pezza, assecondando la richiesta (e i dubbi) del governatore che, reiteratamente, gli aveva chiesto di adottare la revoca in autotutela di ogni atto potenzialmente produttore di danno e responsabilità in capo alla Regione.
“L’apposita e puntuale direttiva – si precisava nella nota di Palazzo d’Orleans – è conseguente all’accertamento ispettivo svolto dall’Avvocatura generale della Regione, che, in merito all’affidamento dell’evento “Sicily, Women and Cinema”, non ha ravvisato piena correttezza nell’applicazione dell’articolo 63 del Codice degli appalti, che prevede la procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara”. Nel parere dell’Avvocatura, che porta la firma di Giovanni Bologna, si fa presente che “nessuna attestazione è stata rinvenuta fra la documentazione” per attestare che Absolute Blue sia esclusivista dei servizi che propone, a partire dall’arredamento delle sale dell’Hotel Majestic (stanziamento richiesto: 920 mila euro), dalla fornitura e posa dei pannelli pubblicitari (306 mila euro) nonchè dei servizi correlati alla conferenza stampa e ai consumi (511 mila euro). “L’unica attività che potrebbe (almeno astrattamente) rientrare”, come riporta il quotidiano ‘La Sicilia’, è lo shooting fotografico “se effettivamente (come sembra) la società sia l’unica proprietaria del progetto Women and Cinema e nella misura in cui la Regione siciliana si sia determinata nella sua utilizzazione (e non di altro)”.
TRE INCHIESTE SU CANNES
Sulle spese folli della Regione in queste ore si sono concentrate tre inchieste: dopo la Corte dei Conti, che ha aperto un fascicolo per valutare il danno erariale, e la procura di Palermo, che da circa un anno indaga sulla gestione del portafogli dell’assessorato al Turismo, è entrata in azione anche la Procura europea. Il Nucleo di polizia economico-finanziaria, mercoledì mattina, ha fatto visita negli di via Notarbartolo, a Palermo. Aveva una doppia delega: quella del pm della Corte dei Conti Pino Zingale, e dei pm palermitani di Eppo, Amelia Luise e Calogero Ferrara, che si occupano dei reati che ledono gli interessi finanziari dell’Unione Europea.
Sono stati portati via i documenti sull’affidamento diretto per l’evento al Festival di Cannes, ma anche una serie di documenti relativi all’intera programmazione e gestione dei fondi da parte dell’assessorato, compresi quelli sulla rendicontazione delle spese. Come rivelato da Riccardo Lo Verso su Live Sicilia, la Procura di Palermo da quasi un anno indaga sulla gestione dei fondi da parte dell’assessorato al Turismo. Tutto sarebbe iniziato nel marzo 2022 con l’arresto della trombettista Marianna Musotto, che presentando un progetto musicale in aassessorato, avrebbe gonfiato i costi di un preventivo, così da poterne ricavare una tangente (da 50 mila euro) per l’assessore Messina o per il suo partito, Fratelli d’Italia. Il piano, però, si sarebbe scontrato prima con il ‘no’ di Raoul Russo, capo della segreteria tecnica dell’assessore (oggi senatore), e poi dello stesso assessore.
Musotto, come ripercorre Lo Verso, è stata interrogata dal giudice per le indagini preliminari Clelia maltese e dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dai sostituti Claudia Ferrari e Andrea Zoppi. Ma non avrebbe alcuna intenzione di recitare la parte del capro espiatorio (lasciando ad altri il vessillo della legalità), così ha iniziato a “cantare”, facendo nomi e cognomi, anche di politici e artisti, da cui sarebbe partita l’inchiesta della Procura. Che si è trascinata fino a Cannes.