Siamo a un passo dalla crisi di governo. Nel bel mezzo della campagna vaccinale, che finalmente prende quota, e con un Recovery Plan tutto da costruire, Matteo Renzi minaccia di staccare la spina a Giuseppe Conte. Nelle prossime ore potrebbe materializzarsi lo spettro di un Conte-ter, col leader di Italia Viva nel ruolo di ministro degli Esteri. Anche se il premier non si fida e valuta altre alternative: ad esempio, una maggioranza senza Renzi, che però dovrebbe poggiare su un gruppetto (incerto) di responsabili che sopperiscano alla fuoriuscita dei parlamentari (48) di Iv. Non facile. C’è anche un’ultima ipotesi, la meno praticabile: il passo indietro del presidente del Consiglio e la nascita di un nuovo governo (guidato da Draghi?) per affrontare ciò che resta della legislatura (e della pandemia). Un’ipotesi, fra l’altro, poco gradita a Pd e Movimento 5 Stelle. “Sono mesi che il Pd chiede apertamente e lavora per un rilancio dell’azione di governo, in sintonia con tutti gli alleati – ha spiegato il segretario del Pd, Nicola Zingaretti -. L’obiettivo era ed è quello di un rafforzamento della maggioranza attorno al presidente Conte”. Una crisi “avrebbe sviluppi imprevedibili”. Gli fa eco il ministro Boccia: “Trovo imbarazzo nel parlare di questioni che non c’entrano nulla con l’emergenza sanitaria. Di questi aspetti devono occuparsi i segretari di partito e spero trovino una soluzione nel più breve tempo possibile”.
Enrico Ciuni
in Il sabato del villaggio
Crisi di governo. Ora Conte vede il baratro
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