La lunga volata elettorale è cominciata anche a casa Craxi. Bobo (Pd) e Stefania (Forza Italia) sono ai nastri di partenza. Entrambi in Sicilia (pur essendo milanesi di nascita e di formazione). Paracadutati, insomma. Anche se il figlio minore di Bettino ci tiene subito a precisare: “Ho dato disponibilità a battermi in un collegio da combattimento, a differenza di mia sorella che ha un ombrellone in Sicilia e un paracadute in Lombardia”. Bobo, ex sottosegretario agli Affari esteri, è candidato all’uninominale nel collegio “Palermo-(Resuttana-San Lorenzo)-Monreale”, alla Camera dei Deputati, dove l’attende una battaglia proibitiva contro Carolina Varchi (per il centrodestra). Mentre Stefania è candidata all’uninominale di Gela, Agrigento e Caltanissetta per il Senato. L’elezione dovrebbe essere una formalità.
Pochi giorni fa Stefania ha fatto le prime conoscenze sicule, incontrando il sindaco di Agrigento Franco Miccichè. Poi ha scritto un post su Facebook per giustificare il proprio sbarco nell’Isola: “È un grande onore spendermi per la Sicilia, la terra in cui si ritrovano le radici della mia famiglia, l’isola che mi è cara e con la quale i legami sono antichi, rafforzatisi negli anni del mio impegno istituzionale, al servizio delle necessità piccole e grandi, delle tante istanze provenienti dal territorio, e per la quale ho combattuto numerose battaglie di libertà”. La Craxi – a questo allude il fratello Bobo – è anche terza al Senato nel collegio ‘Lombardia’ 1 alle spalle di Licia Ronzulli e Alberto Barachini, e quarta in ‘Lombardia 2’.
Bobo, invece, ha tutto da perdere: “Mi colloco nel solco di un rinnovamento non solo in senso socialista della sinistra italiana che va portato avanti con convinzione – ha detto a ‘La Sicilia’ -. Dobbiamo andare oltre la stagione dei governi non politici. L’Italia non può più permettersi una democrazia bloccata”. Inoltre si dice “sconcertato per il fatto che Schifani accetti di guidare la Regione siciliana, per il ruolo che ha ricoperto, ma anche per una questione generazionale. In un’Isola con tanti giovani trovo incredibile che la classe dirigente si rifugi in se stessa senza aprire alle forze nuove”.