“Oggi più che mai è necessario un progetto di riforma del settore forestale in Sicilia che preveda una razionalizzazione del lavoro per i circa 20 mila addetti del settore, con turnazioni che coprano l’intero anno solare, e metta in campo efficaci politiche di prevenzione anticendio”. Lo dice Antonello Cracolici primo firmatario del disegno di legge di riforma del settore forestale, sottoscritto da tutti i parlamentari del gruppo e presentato oggi all’Ars per essere esaminato dalle commissioni di merito.
“Non è ammissibile che accada, come in questi giorni, che nel momento di maggiore necessità, l’amministrazione regionale non sia in grado di utilizzare nell’emergenza incendio i lavoratori del settore perché i contratti stagionali sono scaduti. E’ indispensabile, invece, – prosegue Cracolici – una diversa organizzazione del lavoro che preveda l’impiego dei lavoratori dal primo gennaio al 31 dicembre di ogni anno, in modo tale da consentire all’amministrazione regionale di programmare interventi di prevenzione ed affrontare le emergenze contando sulla presenza costante della manodopera. Il progetto di riforma che abbiamo presentato – continua- prevede la costituzione di una nuova agenzia per le attività forestali, rurali e territoriali che coinvolgendo la platea di circa 20 mila forestali, – si occupi di forestazione e gestione di boschi e riserve nelle aree demaniali, programmazione e gestione produttiva del patrimonio boschivo. Una razionalizzazione che abbandonando le vecchie logiche dei centocinquantunisti”, “centounisti” ed “settantottisti” consenta, attraverso l’impiego semestrale, quadrimestrale e trimestrale, in più turni durante il corso di tutto l’anno, un miglior utilizzo dei lavoratori non in termini numerici strettamente assoluti, ma in relazione a ciascuna tipologia di intervento. L’obiettivo della proposta di legge – conclude – il parlamentare Pd – è proprio quello di mettere ordine tra le innumerevoli norme di settore, intervenute negli anni in maniera poco organica, e meglio ridistribuire le competenze tra i diversi rami dell’amministrazione regionale e meglio impiegare i lavoratori, perché non accada più che in caso di incendio la Regione in assenza di personale in servizio, sia costretta ad assistere impotente alla distruzione del nostro patrimonio boschivo”.