I Carabinieri del comando provinciale di Catania hanno arrestato per tentata concussione l’architetto Daniele Inserra, direttore dei lavori del progetto per la realizzazione di 16 posti di terapia intensiva del Policlinico ‘Martino’ di Messina, finanziato dalla Regione tramite l’ufficio del commissario delegato per l’emergenza Covid-19. La Procura distrettuale etnea, che ha coordinato le indagini, lo accusa di avere “chiesto 35mila euro alla ditta incaricata della realizzazione dei lavori, la Leil costruzioni S.r.l. di Partinico (Palermo)”, con “l’implicita minaccia di non approvare un computo metrico relativo ad una variante dei lavori appaltati”.
Inserra è un funzionario del comune di Francofonte (in provincia di Siracusa), che la Regione aveva selezionato per chiamata diretta assieme ad altri trecento professionisti, tutti iscritti all’albo regionale dei lavori pubblici. Già nei mesi scorsi le nomine per la direzione dei lavori dei nuovi reparti co-finanziati dallo Stato erano finite nel mirino del Partito Democratico, che aveva denunciato l’attribuzione in alcuni casi di doppi incarichi allo stesso professionista e parcelle senza tetti di spesa certi, per un totale di 287 incarichi definiti “irregolari”. E’ una faccenda di cui s’è occupata la commissione Antimafia di Claudio Fava.
“Alla netta opposizione della ditta, che faceva presente come la società non si era mai prestata ad ottenere lavori pubblici in cambio di tangenti – ricostruisce la Procura di Catania – l’indagato avrebbe proposto di mascherare l’esborso di denaro tramite l’affidamento da parte della ditta di una consulenza fittizia ad un tecnico di sua fiducia nell’ambito del suindicato progetto”. L’architetto aveva anticipato che avrebbe firmato la perizia di variante dei lavori lo stesso giorno della firma ditta, dell’incarico al tecnico indicato dall’indagato ma, spiega la Procura di Catania, il giorno in cui Inserra si è recato negli uffici della Leil costruzioni portando con sé copia dell’incarico peritale già firmato dal professionista di sua fiducia, ha trovato ad attenderlo i carabinieri che lo hanno arrestato. “L’architetto Inserra – si sottolinea dalla Procura – in sede di interrogatorio di garanzia, pur non rispondendo alle domande del Gip, ha ammesso la propria responsabilità per gli addebiti che gli venivano mossi. Il giudice per le indagini preliminari di Catania ha convalidato l’arresto e ha disposto la misura degli arresti domiciliari”.
La Struttura Commissariale per l’emergenza Covid, informata in corso dell’indagine, ha incoraggiato e sostenuto l’impresa nel continuare con fermezza nella collaborazione con gli organi inquirenti e ha immediatamente sostituito il tecnico con un proprio funzionario, assicurando la ordinata conclusione dei lavori. Lo fa sapere la Presidenza della Regione Siciliana.