Certo, fa effetto ascoltare le parole pronunciate da Carlo Calenda, dopo il suo incontro a palazzo Chigi con Giorgia Meloni. Sentite qua: “Se Forza Italia, invece di sabotare Meloni contribuisse a fare la manovra, e se l’opposizione invece di andare in piazza presentasse dei provvedimenti migliorativi questo sarebbe un Paese normale”. Dunque Calenda, che è all’opposizione, sulla base di un discutibile assunto che la manovra sia migliorabile, e cioè che Giorgia Meloni sia disponibile a cambiarla su punti fondamentali (intenzione di cui, al momento, non v’è traccia) non solo critica la postura delle altre opposizioni più del governo – va bene: l’esigenza di distinguersi – ma addirittura si preoccupa dell’indisciplina di un pezzo della maggioranza, bacchettandola. Come cioè se stesse in maggioranza e si sentisse in dovere di ricondurre all’ordine un riottoso alleato. Continua su Huffington Post
Alessandro De Angelis per HuffPost
in Buttanissimi Extra
Così Conte e Calenda giocano sulla pelle di Pd e Forza Italia
carlo calendagiuseppe conte
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