Il Gip di Palermo ha rinviato a giudizio il deputato regionale di Forza Italia Stefano Pellegrino, con l’accusa di corruzione elettorale. Il parlamentare, che è presidente della commissione Affari istituzionali dell’Ars, fu coinvolto nell’inchiesta dei carabinieri di Trapani che portò al fermo di tre imprenditori accusati, tra l’altro, di aver finanziato la famiglia del boss latitante Matteo Messina Denaro. Pellegrino, politico ma anche noto avvocato penalista, nel 2017 è stato eletto nella lista di Forza Italia con 7670 preferenze. E’ nel corso di quelle consultazioni che il consenso elettorale sarebbe stato raccolto inviando la spesa ad alcuni elettori del paese in provincia di Trapani.
“I due elettori, che secondo l’accusa mi avrebbero votato per aver ricevuto da me generi alimentari, peraltro in epoca successiva alla mia elezione, sono stati già assolti dal Tribunale di Marsala perché il fatto non sussiste – è stata la replica di Pellegrino affidata a una nota -. La logica e la coerenza, che debbono informare e sostenere ogni comportamento umano, e quindi anche le decisioni giudiziarie, autorizzavano ad attendermi ragionevolmente un provvedimento di archiviazione. Così non è stato. Sono, comunque, assolutamente sereno sull’esito del processo e su una sentenza che provi la mia assoluta estraneità ai fatti, confortato, nonostante la spiacevole vicenda, dal costante affetto e dalla reiterata e confermata stima di chi conosce me e la mia storia professionale, politica e familiare”.