Da un lato c’è l’Italia che resta in attesa delle linee guida per la riapertura. Dall’altro la Germania, che a tre settimane dall’inizio dell’anno scolastico, ha già richiuso – completamente o parzialmente – 300 scuole. A scriverlo è il Corriere della Sera, che spiega che le chiusure sono state necessarie in particolare in Nord Reno Vestfalia, la regione con più contagi, a Berlino (41 istituti in quarantena su 825), ad Amburgo e Francoforte. Le scuole hanno l’obbligo di avvertire le autorità sanitarie quando riscontrano casi e sono poi queste a decidere, di volta in volta, quale misure applicare. In caso di quarantena, possono decidere di chiudere solo alcune classi, o l’intero istituto. Tutti gli alunni e il personale delle scuole tedesche hanno normalmente l’obbligo di mantenere la distanza di sicurezza di un metro e mezzo e di portare le mascherine all’interno degli istituti, ma non durante le lezioni (in Nord Reno Vestfalia obbligatorio anche durante le lezioni).
“Lo so che è faticoso. lo è per tutti, ma al momento non c’è alternativa alla mascherina” ha detto la ministra dell’Istruzione Anja Karliczek, che, secondo cui “il funzionamento ordinario è partito bene”. In generale le autorità tedesche, nonostante le chiusure, al momento non mostrano particolare preoccupazione. Secondo il primo rapporto dell’Amministrazione scolastica di Berlino i casi di positività al coronavirus registrati finora nelle scuole della capitale tedesca “non rappresentano una minaccia per la loro piena operatività”. Nella maggior parte dei casi rilevati, come riportato dal Corsera, sono state trovate solo singole persone infette, tra alunni, insegnanti o personale scolastico, e sono state disposte quarantene cautelative. “Le scuole non sono focolai. Le infezioni di solito vengono portate negli istituti dall’esterno”, ha confermato Sandra Scheeres, responsabile berlinese per l’Istruzione.