Contrada: la fine di un calvario Risarcito per ingiusta detenzione

La Corte d’Appello di Palermo ha accolto la richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione presentata da Bruno Contrada, ex numero due del Sisde, condannato a 10 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. A Contrada, difeso dall’avvocato Stefano Giordano, sono stati liquidati 670 mila euro. La condanna dell’ex poliziotto venne giudicata illegittima dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e dalla Cassazione. “I danni che io, la mia famiglia, la mia storia personale, abbiamo subito sono irreparabili e non c’è risarcimento che valga – ha detto Contrada all’Ansa – Io campo con 10 euro al giorno. Stare chiuso per il coronavirus non mi pesa: sono stato recluso 8 anni. Il denaro – ha aggiunto – non può risarcire 28 anni di danni. Quando nel 2017 la Cassazione ha recepito la sentenza della Corte europea per i diritti dell’uomo ho provato un momento di gratificazione. L’Europa riconosceva la mia sventura umana e giudiziaria”.

Contrada, che ora ha 88 anni e mezzo, fu arrestato il 24 dicembre del 1992 e ha trascorso 4 anni e mezzo in carcere e 3 anni e mezzo ai domiciliari. Un paio d’anni gli sono stati condonati per buona condotta. In primo grado fu condannato a 10 anni, ma la sentenza fu ribaltata in appello e il funzionario venne assolto. Il colpo di scena giunse in Cassazione, quando l’assoluzione venne annullata con rinvio e il processo tornò alla corte d’appello di Palermo che, il 25 febbraio del 2006, confermò la condanna a 10 anni. La sentenza divenne definitiva nel 2007. Contrada, che aveva subito una lunga custodia cautelare in carcere, tornò in cella e scontò tutta la pena fino al 2012. Nel 2015, però, il suo legale ottenne una sentenza favorevole dalla Corte Europea dei diritti dell’Uomo che condannò l’Italia a risarcire il poliziotto, considerando il reato di concorso in associazione mafiosa non “chiaro, né prevedibile” all’epoca dei fatti contestati (cioè prima dello spartiacque: la sentenza Demitry del ’94).

“Riteniamo – dice l’avvocato Stefano Giordano, come riportato da Rai News – che la pronuncia dei giudici siciliani sia perfettamente in linea con la decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo e ne dia la giusta esecuzione: al di là del quantum liquidato, la Corte d’appello, con un provvedimento libero e coraggioso – continua il difensore dell’ex 007 – ha statuito che Bruno Contrada non andava né processato né tanto meno condannato e che dunque non avrebbe dovuto scontare neppure un solo giorno di detenzione”. Giordano rileva che sono state in questo modo “disattese le obiezioni della procura generale e dell’Avvocatura dello Stato”, che ora però potrebbero ricorrere in Cassazione. Prospettiva che non allarma il penalista, che ha assistito Contrada dal ricorso alla Corte europea in poi: “Ci riserviamo di esaminare attentamente il provvedimento – aggiunge infatti Giordano – per valutare eventuali spazi per l’impugnazione in Cassazione

Paolo Cesareo :

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