Nella Regione Feudale di Sicilia – quella governata da Renato Schifani e dai suoi vassalli – il Parlamento viene considerato un fastidioso orpello. Anzi, una riserva indiana dove settanta nullafacenti aspettano che di tanto in tanto arrivino dei generi di conforto, altrimenti chiamati sussidi o mance. Gaetano Galvagno, con l’autorità riconosciuta al suo alto incarico, avrebbe la possibilità di restituire, hic et nunc, dignità all’Assemblea regionale. Gli basterebbero due mosse. Con la prima dovrebbe convincere i deputati a bloccare la riffa e a dirottare i 160 milioni dalle sagre paesane alle emergenze che affliggono la Sicilia. Subito dopo dovrebbe avviare il dibattito – lo chiedono i grillini – sullo scandalo SeeSicily. Anche per dire al mondo che lui, pur appartenendo alla corrente turistica di Fratelli d’Italia, non è un presidente agli ordini del Balilla.