Coltivo fede nell’agricoltura

Edy Bandiera, classe '74, è assessore regionale ad Agricoltura, Sviluppo rurale e Pesca nel governo Musumeci

Da un lato politiche di tutela imponenti, accentuate dall’ingresso sconsiderato di merci da paesi terzi; dall’altro politiche di sviluppo, che indirizzino l’agricoltura, anche quella siciliana, nel nuovo millennio. E’ la ricetta dell’assessore regionale Edy Bandiera e del governo Musumeci che si fanno interpreti di un work in progress. E devono anche guidarlo, per non lasciare indietro di chi per decenni ha vissuto del lavoro nei campi e ora si trova smarrito di fronte a vecchi vizi e nuove tecnologie.

Bandiera è rimasto a Bruxelles per un paio di giorni, ospite dell’Assemblea Nazionale di Confagricoltura. L’approccio con la capitale europea è stato un buon modo per svelare i risultati raggiunti dalla Sicilia negli ultimi mesi e farsi portavoce di un cambiamento necessario: “Nella nuova Pac (la Politica Agricola Comune, ndr) servono meno sussidi e più sviluppo. L’agricoltura ha bisogno di essere rafforzata di fronte ai dazi e alle invasioni dei paesi terzi – ha dichiarato l’assessore –. Ho portato anche l’esperienza siciliana, che ci dice come di fronte ai nostri bandi arrivino migliaia di domande. Segno che esiste una folta comunità imprenditoriale che continua ad accostarsi, o si accosta per la prima volta, all’agricoltura. Intesa non più come mera produzione di materie prime, ma declinata nelle forme attuali e più moderne”.

La Sicilia spende i soldi del Piano di Sviluppo Rurale: è questo il messaggio portato all’Europa. E’ fra le prime regioni italiane a livello di performance (21%), tre punti percentuali sopra la media nazionale. Un po’ indietro rispetto all’Unione (28%), ma Bandiera non si pone limiti. Le ultime tre misure – si occupano di infrastrutture, agroindustria e modernizzazione delle imprese – hanno messo in palio quasi 300 milioni di euro: “E c’è una quarta misura, la 6.1, che ci permetterà di insediare altri mille giovani in agricoltura” annuncia l’assessore. Segnali (e numeri) importanti.

Qualcuno si affaccia a questo mondo, con tutte le sue innovazioni e le sue sfide con vista sul futuro; qualcun altro vorrebbe uscirne per sempre, mollando il lavoro nei campi a causa di una crisi dei prezzi che non dà scampo. E’ difficile spiegare il divario e le visioni, l’assessore ci prova: “In Sicilia l’agricoltura arriva da una crisi strutturale che dura da quarant’anni. Non pensiamo di avere la bacchetta magica, ma ci stiamo muovendo per attutirne gli effetti. Ad esempio siamo stati i primi a mettere intorno allo stesso tavolo produttori e grande distribuzione. Si è stabilito che a partire dalla prossima campagna, la GDO dirà ai produttori la tipologia e la quantità della merce richiesta, in modo tale che dall’altra parte riescano a provvedere”. C’è anche la stretta sui controlli nei porti e negli aeroporti: “Da quando ci siamo insediati – snocciola i numeri Bandiera – abbiamo organizzato 271 controlli mirati. Abbiamo rivenuto merce non tracciata, frodi alimentari, contraffazioni. Abbiamo respinto la nave col grano del Kazakistan. Per anni si è attentato alla nostra salute, alla nostra economia, al sacrificio dei nostri lavoratori. Adesso abbiamo aggredito questa situazione. Ma ricordiamoci sempre che oltre alle politiche di tutela, servono quelle di sviluppo”.

Irremovibile nei suoi principi, seguace dell’innovazione. Bandiera si appresta a riproporre la politica dei marchi: “Ce n’è uno, “Qualità sicura”, garantito dalla Regione Sicilia e già certificato dai Paesi dall’Unione. Stiamo mettendo a punto gli ultimi disciplinari. Quando i prodotti arriveranno nei supermercati con il nostro marchio, sono certo che i consumatori saranno ben lieti di spendere qualcosa in più, perché in quei prodotti troveranno la qualità, la salute, l’etica. Nei giorni scorsi – prosegue l’assessore – abbiamo presentato “Qualità sicura” anche alla catena McDonald, che ha manifestato subito il proprio interesse”. La vera sfida “non è il prezzo, ma il valore aggiunto”.

L’incontro con Bandiera diventa un’occasione ghiotta per parlare di Esa, l’Ente per lo Sviluppo Agricolo che Musumeci aveva definito “l’ultimo carrozzone della Seconda repubblica”. Il Parlamento non ha raccolto la proposta di sopprimerlo e adesso tutti a chiedersi che fine farà: “Non c’è un solo parlamentare che non condivida con noi l’idea di riformarlo – spiega Bandiera – Abbiamo ricevuto in eredità 140 fra partecipate, consorzi, istituti e società. Bisogna procedere nell’ottica della razionalizzazione, è così che abbiamo deciso. Per quanto riguarda Esa, detto che i lavoratori saranno garantiti, esistono varie scuole di pensiero. Ma siamo tutti d’accordo sul fatto che la sua mission iniziale è ampiamente superata e che bisogna renderlo al passo coi tempi, al servizio di un’agricoltura moderna. Tutte le competenze e il patrimonio materiale e immateriale di Esa devono convergere verso questo scopo”.

Anche il tema dei voucher, entrato da poco nell’agenda del governo gialloverde di Conte, è per l’assessore una buona prospettiva: “Io sono abituato ad ascoltare il territorio. E il territorio, attraverso imprenditori e associazioni di categoria, mi spiega che è un provvedimento molto atteso. Detto che andrà regolamentato per bene, la proposta mi trova favorevole. E sono forte della consapevolezza che i voucher serviranno a mitigare da un lato il caporalato, dall’altro il lavoro nero”. Chiosa sulla politica e sui problemi all’interno della maggioranza siciliana: “Io, in realtà, non ne riscontro – ribatte Bandiera – Anzi, noto una grande sintonia e voglia di lavorare insieme sui grandi temi”.

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