In altri tempi, quando riempiva le piazze (e le urne) con l’indignazione collettiva, Beppe Grillo avrebbe trovato modo di dilettarsi, in un giorno come oggi, sul romanzo pompeiano di Gennaro Sangiuliano. Mica male – praticamente un rigore a porta vuota – lo spettacolo di un ministro che racconta in tv, nell’ora di massimo ascolto, di aver voluto dare una consulenza all’amante, bloccata poi dalla moglie e tante altre amenità. E invece la notizia che ci regala – e questo conferma l’autoreferenzialità in cui è precipitato – è un post (leggetelo qui integrale) che, nel suo mondo, è un punto di non ritorno. In sostanza, vuole dire due cose: comando io in quanto garante del Movimento (non Giuseppe Conte) e, se non si fa come dico io, ho gli strumenti giuridici per mandare tutto all’aria. Come noto ai cronisti più esperti, quando la tenzone arriva allo statuto, prima o poi finisce sempre male. Continua su Huffington Post
Alessandro De Angelis per HuffPost
in Buttanissimi Extra
M5s: tra Grillo e Conte finisce a carte bollate
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