Quando il conflitto a bassa intensità nel Movimento 5 stelle è diventato un volare di stracci con Beppe Grillo a dare ad Alessandro Di Battista del generale Pappalardo qualsiasi, a Palazzo Chigi è montato qualcosa in più della semplice preoccupazione. Le diplomazie si sono messe in moto e hanno subito disinnescato la mina piazzata sapientemente da Emma Bonino: una risoluzione per far votare al Senato sì o no al Mes. Detto fatto, la modalità con cui Giuseppe Conte si recherà a Palazzo Madama saranno quelle dell’informativa e non delle comunicazioni, una sottigliezza procedurale che evita il voto e permette di calciare il barattolo un po’ più in là, ancora una volta. La situazione interna al Movimento è parossistica. Privi di una leadership forte e di un’idea per il futuro del partito, il ritorno dell’ex deputato romano in tv ha generato il caos, in cui l’unico filo conduttore sembra quello del portare a casa la propria pelle, da peones i peones, da colonnelli i colonnelli, un po’ come i tacchini che come unico scopo hanno quello di non essere mangiati a Natale. Continua a leggere sull’Huffigton Post
Pietro Salvatori
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Cinque Stelle, tacchini in fuga Voci sul ritorno di Beppe Grillo
beppe grillomovimento 5 stelle
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