In Italia il tasso di occupazione delle Terapie intensive è al 7,3%, di 1,1 punti superiore rispetto a una settimana fa. Mentre la saturazione dei reparti di area medica è al 9,1%, (+1%). L’incidenza settimanale a livello nazionale continua a crescere: 155 per 100mila abitanti rispetto a 125 di sette giorni fa. Tra il 10 e il 23 novembre, l’Rt medio sui sintomatici è 1,20 (range 1,12 – 1,28) sopra la soglia epidemica, ma in calo dello 0,3%. Sono i dati diffusi oggi con il monitoraggio settimanale Covid Iss-Ministero della Salute.
Entro Natale rischiano di finire in zona gialla: Veneto, Calabria, Liguria, Marche e Lazio. Nelle intensive sopra la soglia di occupazione del 10% ci sono: Bolzano (17,5%), Fvg (14,9%), Marche (12%),Veneto (10,5). La Valle d’Aosta, con il 28,3%, è la regione con la percentuale più alta. A seguirla, il Friuli Venezia Giulia, con il 23%, e la Provincia Autonoma di Bolzano con il 19,8% (che da oggi si aggiunge al Friuli Venezia Giulia ed entra in zona gialla). Le altre regioni e province autonome non superano la soglia di allerta del 15%. Le regioni e province autonome con l’incidenza più alta sono Bolzano (645,7 contagi per 100mila abitanti); Friuli Venezia Giulia con 336,3 casi, Veneto con 317,1 e Valle d’Aosta con 309.
In Sicilia, come comunicato dal Dasoe, per la quinta settimana consecutiva prosegue la crescita della curva epidemica. L’incidenza, nella settimana 22-28 novembre, ha mostrato un aumento di 839 nuovi casi raggiungendo il valore di 96/100.000 abitanti (+ 21,9% rispetto alla settimana precedente). Le province con i numeri più elevati restano Messina (135/100.000 abitanti, dato più alto del 35% rispetto alla media), Catania (133/100.000 abitanti) e Siracusa (109/100.000). Queste tre province, da sole, rappresentano oltre la metà (57%) dei nuovi casi registrati nell’Isola.
Confermato il trend della settimana scorsa, che vede tra i soggetti più colpiti dal virus quelli appartenenti alle fasce d’età scolare, e in particolare i ragazzi tra 11 e 13 anni (con un’incidenza 2,4 volte più alta rispetto alla media), tra i 6 e i 10 anni (23% di rischio in più) e tra i 3 e i 5 anni. Nonostante siano aumentati i contagi, però, continuano a calare le ospedalizzazioni (151), che riguardano prevalentemente soggetti non vaccinati o con ciclo di vaccinazione incompleto. Resta stabile la letalità.