Palude è sinonimo di stasi. Ed è anche il termine che Fabrizio Ferrandelli, negli ultimi mesi, continua ad associare all’azione di governo di Leoluca Orlando. Il rivale di sempre, ma oggi più che mai un amministratore “attento e distratto, lontano dai problemi” della città. Il leader dell’opposizione a Palazzo delle Aquile, esponente nazionale di +Europa, attende con trepidazione la fine del mandato. Ma è convinto che nell’ultimo scorcio di legislatura le cose possano precipitare e che il futuro sindaco – lui ci ha già provato un paio di volte a farlo – potrebbe ritrovarsi con dei problemi insormontabili. La preoccupazione emerge quando si parla di rifiuti. Orlando, per ovviare alla crisi della discarica di Bellolampo (chiusa da un anno), ha proposto di trasferire la monnezza fuori dai confini regionali.
Ma chi si sobbarcherà i costi?
“Secondo me c’è un disegno per il dopo-Orlando. Stanno creando le condizioni per lo sfascio. Credo che l’Amministrazione sia concentrata sulla gestione e sul contenimento dei problemi fino al 2022, per poi lasciare a chi verrà dopo una città in fiamme”.
Orlando e la Rap come stanno gestendo la nuova emergenza rifiuti?
“Malissimo. E comunque non si tratta di emergenza, ma di incapacità gestionale e assenza di visione. La Regione sarà pure in ritardo – è nell’ordine delle cose – ma se l’unica speranza è affidata al post mortem della sesta vasca e alla realizzazione della settima, vuol dire che per otto anni non si è fatto niente. Almeno in termini di raccolta differenziata. Se qualcuno l’avesse incentivata, in discarica andrebbe una quantità minore di indifferenziato e non ci ritroveremmo puntualmente in sofferenza. Invece siamo a percentuali ridicole (poco più del 18%, ndr)”.
Cosa bisognerebbe fare?
“Intanto estendere la raccolta differenziata nei quartieri residenziali, compresa Mondello, e non solo nel salotto della Palermo bene, dove fra l’altro funziona solo in parte. Andando avanti con questo modello di gestione, non ci sono discariche che bastano… Pensi che nel corso dell’ultima campagna per le Amministrative, con l’impianto già saturo, si è concesso di scaricare anche ad altri comuni”.
Il sindaco, però, è sceso in strada e ha dato una mano agli operai per rimuovere divani e materassi dai marciapiedi. Che tipo di immagine è?
“Caricaturale. E’ una enunciazione evidente che qualcosa non funziona: ad esempio, la politica sulla videosorveglianza, sul recupero degli ingombranti, sulla creazione delle isole ecologiche. Un sindaco e un vicesindaco che fanno gli spazzini stanno ammettendo il fallimento delle politiche ambientali. Vadano a farlo ogni giorno, in tutti i quartieri: ai palermitani non servono le operazioni spot, ma la pulizia ordinaria del territorio. Di propaganda siamo pieni fino al collo”.
Novità sul Cimitero dei Rotoli? L’arresto dell’ex direttore è stato l’ennesimo schiaffo per la città.
“A luglio, dopo aver visto che l’Amministrazione non dava alcun tipo di risposta, ho presentato un esposto alla Procura. Per me è stato un forte motivo d’imbarazzo, ma non restava altro da fare. Ci sono 700 bare accatastate. E’ una vergogna umana e civile che riguarda, da un lato, la dignità dei defunti, dall’altro, l’incapacità di risolvere i problemi. Nessuno, negli ultimi anni, ha provveduto all’acquisto di un nuovo forno crematorio o alla realizzazione del cimitero di Ciaculli, come promesso in campagna elettorale”.
L’assessore Catania ha spiegato che, dopo la prima fase di sperimentazione, anche le piste ciclabili cominciano ad avere un senso. E i palermitani se ne stanno accorgendo.
“Nella mia interrogazione, presentata di recente, ho chiesto il piano di fuga e di emergenza connesso alla realizzazione: queste piste ciclabili sono il frutto di una grande improvvisazione progettuale. Ho dovuto far togliere i cordoli dalle zone riservate ai disabili, un’operazione costata parecchio alle casse del Comune. Le strisce blu sono state fatte e poi tolte. E qualche giorno fa un’ambulanza è stata bloccata da un Tir. Tutto possiamo dire, tranne che funzionino”.
Un paio di giorni fa alcuni imprenditori del quartiere Borgo Vecchio hanno denunciato e spedito in carcere alcuni estorsori del pizzo. E’ un segno di riscossa da parte della cittadinanza?
“Non posso che esserne felice. Io tifo da sempre per la parte sana di Palermo, che è la stessa che mi ha formato, in cui ognuno prova a fare il proprio dovere, e vuole andare avanti senza prevaricazioni e vessazioni. Quel quartiere, che io conosco molto bene, è stato oppresso per troppo tempo da presenze ingombranti, che hanno lucrato sul sangue delle persone perbene. Che arrivi un segnale di ribellione fa ben sperare, sia per l’oggi che per le future generazioni. C’è una catena che si va spezzando, subentra la fiducia per l’attività giudiziaria. Questo fa capire che esiste un’antimafia alternativa a quella parolaia e di facciata. Il lavoro degli inquirenti sta trovando riscontro e fiducia da parte di una popolazione che oggi si sente più difesa e, di conseguenza, pronta a collaborare”.
Dalle istituzioni, invece, arrivano segnali contradditori. L’arresto dell’ex direttore del cimitero dei Rotoli, si somma allo scandalo dell’edilizia privata e all’arresto dell’ex coordinatore di Bellolampo. Si tratta soltanto di funzionari infedeli, o è saltata qualche rotella nell’ingranaggio?
“Laddove nessuno governa la macchina amministrativa, è più facile che si annidi il malaffare. Non sto dicendo che Orlando è un corrotto, ma l’assenza di governance è preoccupante. La sua amministrazione si sta trasformando in una palude. Non si tratta di un termine a caso, ma di un terreno sul quale io e lui ci siamo sempre scontrati. Gridare alla palude degli altri è un modo di non guardare alla propria. La mia, a cui Orlando faceva riferimento, era solo ipotetica: serviva da spauracchio per cercare di alienare il mio consenso elettorale. Quella del sindaco, invece, è accertata”.
Ci spieghi.
“Hanno arrestato gente che ricopre posizioni apicali, non gli ultimi minchia di Palermo. Parliamo dell’ex coordinatore della discarica di Bellolampo, dell’ex direttore di un cimitero, dei dirigenti dell’edilizia privata, nonché del presidente della commissione dei tram, indicato in quel ruolo dal sindaco. Un’amministrazione come fa a non accorgersi? Non si tratta di episodi isolati, ma diffusi. Che investono tutti i settori economici della città e manifestano la presenza di una corruzione dilagante all’interno della macchina amministrativa. Sebbene il malaffare attenga a chi lo compie, l’assenza di vigilanza e di governance è un terreno fertile che lo favorisce”.
Quale sarebbe la “colpa” di Orlando?
“Il fatto di amministrare con poca attenzione, di essere lontano dai problemi. E di non esercitare fino in fondo la funzione di controllo”.
La nuova stretta del governo nazionale mette – di nuovo – a rischio alcune categorie molto esposte, come gli esercenti, che lei nei mesi scorsi ha difeso coi denti. Cosa rischiano?
“Li sto incontrando in queste ore e continuerò a farlo nei prossimi giorni. Tifare per loro, però, non significa favorire comportamenti irresponsabili. Si può e si deve trovare una buona mediazione, mettendo insieme il diritto al lavoro e il diritto alla salute. Le decisioni non concordate con la base mi mettono sempre un po’ di preoccupazione”.